Oggi, 1° novembre, si celebra il World Vegan Day, giornata internazionale di sensibilizzazione sullo stile di vita cruelty-free, ovvero il movimento per i diritti degli animali, spesso usato per etichettare prodotti o attività che indicano che non danneggiano gli animali.
Il vegan in tutto il mondo ha registrato una crescita senza precedenti, con previsioni che stimano un valore di 61,3 miliardi di dollari entro il 2028.
La crescente domanda di prodotti cruelty-free, inoltre, sta trasformando le abitudini di consumo in Europa e in Italia, dove sempre più persone si orientano verso alternative vegetali. Secondo Astraricerche e Unione Italiana Food, lo scorso anno ben 22 milioni di italiani hanno consumato prodotti a base vegetale, con una crescita del 2,8% nelle vendite della grande distribuzione e nel settore della ristorazione fuori casa rispetto al 2022.
Secondo l’annuale indagine di Eurispes, pubblicata a maggio, in Italia l’85,5% della popolazione segue una dieta onnivora, mentre il 9,5% si identifica come vegetariano o vegano. In particolare, i vegetariani rappresentano il 7,2% e i vegani il 2,3%.
Dopo una fase di calo iniziata nel 2021 il numero di vegetariani è aumentato del 3%, segnando il livello più alto degli ultimi dieci anni. La quota dei vegani, invece, si è stabilizzata sotto il 2,5%, una cifra quadruplicata dal 2014. Anche se la dieta vegana e vegetariana coinvolge ancora una minoranza della popolazione, la sua presenza stabile indica un cambiamento profondo e consolidato.
Questa tendenza è ben chiara anche alle aziende, che rispondono lanciando nuove linee di prodotti plant-based. Il mercato vegano è ormai riconosciuto come una delle aree a maggior potenziale di crescita per il settore alimentare. La scelta di una dieta vegana o vegetariana è spesso motivata anche dalla consapevolezza dell’impatto ambientale dell’industria della carne e dal desiderio di adottare uno stile di vita più sostenibile.