Dopo il caso del neonato morto all’ospedale “Pertini” di Roma accanto alla mamma, si sta discutendo molto su quali siano le pratiche migliori da mettere in atto affinché le neo mamme vengano tutelate ed aiutate nel miglior modo possibile. Affrontare un parto, infatti, può essere molto stressante, le lunghe ore di travaglio, lo sfinimento causato dai dolori ed il mix emozionale post parto causano nelle neo mamme stanchezza.
Ma quali sono le pratiche migliori da attuare? Il rooming-in è davvero indicato per tutte le mamme? La violenza ostetrica è un argomento affrontato realmente? Ne abbiamo parlato con Concetta Morena, ostetrica con un’esperienza trentennale presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla.
- Quanto è importante il supporto da parte dell’ostetrica per le donne in gravidanza e per le neo mamme?
E’ molto importante, oserei direi fondamentale. Secondo il codice deontologico, infatti, l’ostetrica è quella figura che assiste la donna in tutte le fasi della sua vita: nell’adolescenza, durante la gravidanza, durante il puerperio (periodo di tempo che inizia subito dopo il parto e termina con il ritorno dell’apparato genitale alle condizioni anatomo-funzionali pregravidiche), anche in menopausa e per quanto riguarda la prevenzione dei tumori della sfera sessuale. È una figura importantissima, sia dal punto di vista fisico che psichico, a maggior ragione nel periodo delicato della gravidanza e del puerperio, in cui la donna sperimenta nuove esperienze e nuove sensazioni.
- La violenza ostetrica è ancora un argomento poco conosciuto, perché? Cosa si potrebbe fare per tutelare le donne in gravidanza?
La violenza ostetrica può essere definita come la mancanza di rispetto per il corpo femminile e per la libertà di scelta su di esso, tra cui anche l’eccesso dei comportamenti medici, la somministrazione di cure e farmaci senza consenso. È un argomento poco conosciuto perché è emerso negli ultimi anni ed è vastissimo. È giusto che per arginare il problema la donna sappia quali siano i suoi diritti, sia in gravidanza che durante tutta la propria vita. In gravidanza principalmente l’OMS ha redatto delle raccomandazioni basate su prove di efficacia che andrebbero messe in atto durante il travaglio e il parto. Esempi pratici sono le posizioni libere in travaglio, il disuso dei clisteri ed evitare l’abuso dell’episiotomia, pratica piuttosto comune finalizzata a facilitare il passaggio del feto durante il parto vaginale.
- Com’è cambiata la situazione nei reparti di Ostetricia e Ginecologia dopo il Covid?
Purtroppo a causa delle misure contenitive del Covid tutti i familiari non possono più fare visita alle neo mamme, ma solo i neo papà e non in tutte le strutture, purtroppo. La cosa ha vantaggi positivi sull’allattamento al seno, infatti da uno studio recentissimo si evince come la percentuale di allattamento al seno sia aumentata durante il periodo Covid, grazie alla tranquillità e alla precoce formazione della triade mamma-neonato-papà. D’altro canto, però, ha anche aspetti negativi, in quanto la puerpera necessita di particolare vicinanza ed empatia da parte di chi la circonda, sia familiari che personale sanitario.
- È giusto, secondo lei, che i familiari stretti possano tornare a restare al fianco delle neo mamme?
Se lo desidera la donna, è importante che il familiare stretto possa restare come supporto fisico e psicologico, ma andrebbe edotto su come comportarsi in reparto e a casa, magari con corsi di preparazione. A supportare le mamme oggi ci sono anche le infermiere pediatriche, figure che sostituiscono le puericultrici.
- A tal proposito in che modo si potrebbero aiutare le neo mamme?
Con corsi di preparazione fatti da personale sanitario insieme alle figure scelte di fiducia. Un valido aiuto, inoltre, potrebbe essere rappresentato dallo psicologo, soprattutto nei primi giorni che sono i più difficili, detti appunto baby blues proprio perché la mamma vive sensazioni di tristezza miste a felicità a causa dei cambiamenti ormonali. Inoltre, è importante che vengano denunciati tutti i casi di violenza ostetrica, sia in gravidanza che dopo il parto e parlarne affinché questi episodi non si ripetano.
- È pro o contro il rooming in e perché?
Ritengo sia una scelta prettamente della neo mamma, quando se la sente e se se la sente. La sua tranquillità è essenziale, come il sapere di poter affidare il suo neonato a personale disponibile ed istruito. A mio parere sarebbe importante che la donna in attesa visitasse prima del parto sia il reparto che il nido della struttura che ha scelto per dare alla luce suo figlio, in modo da conoscere sia il personale che i protocolli messi in atto.