Arriva una condanna per l’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani.
Il Paese, infatti, è stato condannato per non aver fatto quanto doveva nell’ambito della protezione di una donna maltrattata dal marito, per fatti accaduti nel Potentino ai danni di una cittadina. Per l’Italia, nei primi sei mesi del 2022, si tratta della terza condanna simile adottata dalla Corte Europea dei Diritti Umani che ha sede a Strasburgo.
Nel dettaglio, la Corte Europea ha affermato che le autorità italiane, a vario titolo, non hanno agito con la giusta diligenza richiesta in questi casi e con prontezza. In particolare, secondo la Corte, l’Italia ha violato il diritto della donna a non essere sottoposta a trattamenti degradanti e inumani. E anche perché, in poco più di un anno, quasi tredici mesi, le autorità non hanno adottato alcuna misura per proteggere la donna dalla violenza dell’uomo.
Inoltre, l’Italia è stata condannata anche per la lunghezza dei processi avviati nei confronti dell’uomo, con la prescrizione dei reati nei suoi confronti, vale a dire lesioni, abusi, minacce e molestie.
Per la Corte Europea, bisognava procedere più speditamente nel processo e quindi giudicare l’uomo affinché non potesse avvalersi della prescrizione. Per la donna che ha subìto violenza, la sentenza ha previsto un indennizzo per i danni morali quantificabili in 10mila euro.
Ricordiamo che la Corte Europea dei diritti dell’uomo è un organo giurisdizionale internazionale, istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950, per assicurarne l’applicazione e il rispetto.