A Paterno, domani, in concomitanza con la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, in Piazza Isabella Morra avverrà l’inaugurazione di due panchine rosse e di una scultura collocate in una piccola area verde posta nelle vicinanze della sede dell’Ufficio Postale. Sia la decorazione artistica e simbolica delle panchine sia la realizzazione dell’opera scultorea sono a cura di un giovane artista di Paterno, Mattia Barbante, allievo dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. L’evento vedrà anche la partecipazione, con propri elaborati, degli alunni della locale scuola secondaria di primo grado.
L’iniziativa vuole rappresentare un momento di comunione, riflessione e condivisione su un argomento di stringente attualità intorno al quale l’Amministrazione comunale di Paterno vuole costruire un ampio e articolato processo di sensibilizzazione.
“Si fa sempre più pressante – ha dichiarato la sindaca Tania Gioia – l’esigenza di scardinare il paradigma maschilista e sessista, cercando di prevenire e depotenziare le ricadute umane e sociali. Un compito che una buona Amministrazione deve assumersi, fornendo il proprio contributo prezioso tanto in termini istituzionali quanto in termini culturali, soprattutto attraverso la creazione di stimoli educativi e formativi. Per chi ricopre un incarico pubblico, parlare di parità di genere rischia di diventare retorico e di sfociare in un manierismo di facciata se non si fanno seguire fatti e atti concreti. Fondamentale una rivoluzione culturale che parta dal basso e che si fondi sulle buone pratiche da diffondere e da seguire. Ecco perché le Amministrazioni locali hanno un ruolo importante nel promuovere politiche, servizi ed iniziative per prevenire ed eliminare la discriminazione e la violenza nei confronti delle donne, intervenendo nelle sfere relative all’educazione, alla formazione e alla socialità per sensibilizzare sulla necessità di un nuovo disegno di convivenza tra i sessi, rispettoso della libertà e della dignità fisica e morale delle donne“.
Inoltre, il primo cittadino ha affermato che la violenza di genere non è soltanto fisica o psicologica. “Violenza di genere – ha specificato – è guardare con occhi diversi le donne, delegittimarle, sfregiarne la personalità, disconoscerne il valore, sminuirne le capacità, impedirne la realizzazione personale. Tutte queste forme di violenza sono una violazione dei diritti umani su scala universale. Una buona politica deve costruire spazi di armonia, pacificazione, socialità e umanità. In questo disegno le donne devono avere un ruolo fondamentale e possono averlo soltanto se si ricostruisce l’equilibrio tra uomini e donne. Per farlo è necessario ristabilire la centralità non della semplice parità di genere ma dell’equità di genere. Parità, infatti, si traduce in uguaglianza, che significa garantire a tutti gli stessi diritti. Equità è, invece, dare a tutti le stesse possibilità, quindi assicurare non solo gli stessi diritti ma, soprattutto, il diritto che li sottende: il diritto alla felicità“.