Si è svolto ieri al Comune di Salerno il convegno “D’amore si vive. Ogni giorno contro la violenza” che ha visto la partecipazione di donne impegnate nelle associazioni e nei centri antiviolenza.
“Con questo incontro l’Amministrazione conclude un ciclo di eventi sulla violenza contro le donne – dichiara l’assessore alle pari opportunità, Gaetana Falcone – Stiamo portando avanti un progetto di prevenzione nelle scuole per creare un modello educativo diverso perché di amore si deve vivere nel rispetto degli altri”.
Dal 2000 sono oltre 3000 le donne uccise da un familiare, marito o fidanzato e dall’inizio dell’anno circa 50mila donne in Italia si sono rivolte a un centro antiviolenza.
“La violenza ha un solo volto rappresentato dalla brutalità ma si manifesta in molte forme, la più subdola annienta la coscienza della donna e le fa credere di meritare quella vita – afferma la sociologa Anna Malinconico – Occorre lavorare ogni giorno per liberare gli uomini dalla necessità di essere violenti”.
Durante il dibattito la criminologa Roberta Bruzzone ha spiegato che spesso le donne non si rivolgono ai centri antiviolenza poiché la società ha stereotipi difficili da eliminare.
“In questa epoca in cui le donne iniziano timidamente a mostrare un risveglio socio-culturale e a sfidare lo stereotipo, spesso il soggetto violento non uccide solo ma ha l’intento di annientare anche simbolicamente la vittima – conclude – Si instaura una dipendenza psicofisica dall’uomo e insorge l’astinenza affettiva, paragonabile a quella da stupefacenti. La donna deve fare la scelta finale, se consegnare la propria vita nelle mani di un uomo che non smetterà di usare violenza o riprenderla in mano”.
-Rosanna Raimondo –