Nella giornata di ieri il Tribunale di Potenza ha condannato in primo grado a 7 anni con interdizione di pubblico servizio l’autista del 118 accusato di aver violentato un’infermiera durante il turno notturno di lavoro.
I fatti risalgono a febbraio dello scorso anno quando l’infermiera del 118, in servizio in una postazione della Val d’Agri, denunciò il collega per la violenza subita.
Sulla questione è intervenuta la Fp Cgil Potenza che ha sottolineato come con questa condanna si chiude una vicenda dolorosa.
“Questa storia è una pagina nera che rischia, in maniera assolutamente errata, di macchiare l’immagine di operatori al servizio della salute pubblica, ogni giorno impegnati per salvaguardare le cure e l’integrità fisica e psicologica della popolazione. Una ferita profonda che ha bisogno per essere curata sicuramente di un cambio di passo culturale ma che esige, nell’immediato, interventi decisi e concreti atti a tutelare la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori – commenta il sindacato – Pertanto ritorniamo a chiedere, come già fatto nell’imminenza dell’accaduto, all’Azienda Sanitaria l’istituzione di un tavolo per condividere un protocollo sulla sicurezza degli operatori, prevedendo un sistema stringente di controlli, e il coinvolgimento dei lavoratori per la sicurezza per integrare in maniera più incisiva nel documento di valutazione dei rischi aziendale il rischio di violenza e molestie anche di genere esattamente come ogni altro rischio connesso all’ambiente lavorativo, individuando le relative misure di prevenzione e protezione. È necessario garantire sicurezza. Fare quadrato contro la violenza e lanciare segnali inequivocabili. È un preciso obbligo del datore di lavoro e un impegno vincolante per noi tutti”.