Fare giornalismo in Italia, soprattutto d’inchiesta, continua ad essere impresa non di poco conto e spesso quello che inizialmente nasce come una semplice intervista o un servizio di denuncia diviene, d’un tratto, palcoscenico di brutali violenze ai danni di chi opera nel mondo dell’informazione.
Questa volta è toccato a Giorgio Mottola, giovane giornalista di Albanella, già collaboratore de “Il Fatto Quotidiano” e RaiNews, dal 2012 a Report. Ed è stata proprio la redazione della trasmissione in onda sulla terza rete Rai e condotta da Milena Gabanelli a denunciare con un video quanto accaduto all’inviato.
Andrea Pardi, amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri, concessionaria di Agusta Westland, si è reso protagonista dell’aggressione ai danni di Mottola. Report racconta in maniera capillare quanto accaduto davanti e all’interno della sede della società amministrata da Pardi, letteralmente imbestialitosi alla domanda su una tentata vendita di elicotteri all’Iran.
“Il giornalista si trovava all’esterno della palazzina – raccontano a Report – e ha avvicinato il manager per chiedergli un’intervista. Il Pardi non gli ha nemmeno lasciato il tempo di porre la domanda, che lo ha immediatamente aggredito con lo scopo di distruggere la telecamera e contemporaneamente lo ha spinto dentro la palazzina proseguendo l’aggressione in presenza di una decina di impiegati“.
Quello che colpisce guardando scorrere le immagini, soprattutto per chi svolge questa professione, è la totale solitudine in cui rimane un giornalista nel momento in cui viene aggredito, verbalmente e fisicamente. Quella stessa solitudine in cui, purtroppo, vengono spesso lasciati anche tanti giornalisti minacciati dalla malavita. Colpiscono le urla di Mottola, trascinato in ufficio e spossessato della sua unica arma, quella che forse fa più paura, la telecamera. “Nonostante le urla del giornalista però nessuno è intervenuto – si legge nel comunicato della redazione – Solo quando il Pardi si è impossessato della telecamera ha liberato il giornalista, che una volta uscito ha chiamato la Polizia“.
Ed è stato solo grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine che il giornalista di Albanella è riuscito a ritornare in possesso della telecamera, ormai inutilizzabile, ma dalla quale è stata recuperata la scheda con la registrazione del filmato. Pardi, nel frattempo, è stato denunciato.
“Un fatto di grave e inspiegabile violenza ai danni di un giornalista che stava facendo solo il suo mestiere” è l’amara conclusione del comunicato che Report ha reso pubblico nella giornata di ieri. Un’inspiegabile violenza, aggiungiamo noi, che, di riflesso, colpisce un diritto di tutti, che è quello di sapere, conoscere. Rompere la telecamera di un operatore, minacciare e aggredire un giornalista al punto di fargli del male fisico, è come aggredire ogni lettore, ogni ascoltatore, uno per uno, calpestando quel diritto ad essere informati che, oggi più di ieri, per alcuni è nient’altro che una spina nel fianco.
– Chiara Di Miele –
E’ veramente vergognoso assistere a tali comportamenti. In periodo così delicato per la lotta ai movimenti islamici e sovversivi permettere che tali movimenti siano alimentati con forniture armamentali da parte di fornitori italiani. Colpa in modo principale delle autorità che consentono tali operazioni