Dopo le giornate intere trascorse su una torretta adesso gli operai della Ergon hanno dato vita ad una nuova forma di protesta. Da questa mattina, infatti, hanno iniziato a fare lo sciopero della fame. Uno sciopero che però non fanno a casa loro, ma hanno deciso di farlo all’interno dell’azienda per la quale lavorano, anche se senza stipendio da quasi due anni.
In tutto gli operai che hanno aderito allo sciopero sono otto e tra questi i quattro che per quasi una settimana sono rimasti giorno e notte sulla torretta dell’azienda che ha sede nella zona industriale di Polla.
“Siamo sempre più disperati – racconta la signora Rosa Biancamano – e non abbiamo intenzione di mollare anche a costo di mettere a rischio la nostra salute. Resteremo qui giorno e notte senza prendere cibo con la speranza che qualcosa si muova e che possiamo vedere rispettati i nostri diritti”.
A scioperare c’è anche una operaia che qualche giorno fa ha subito un intervento chirurgico ad una gamba e nonostante ciò ha deciso di essere al fianco dei suoi colleghi anche se impossibilitata a camminare.
– Erminio Cioffi –
Il problema è che i politici anche di fronte a queste cose non se ne fottono proprio,tanto loro non hanno mai avuto questi problemi. Poveri noi cittadini.
ma è vero che qualcuno degli scioperanti ha rifiutato il passaggio alla ditta che è subentrata alla ergon su teggiano? perchè se questo è vero qualche dubbio sulla voglia di lavorare lo avrò.
Il problema che i massima dia devono sottolineare maggiormente è quello di fondo: i Comuni che si sono serviti della Ergon e dei suoi infaticabili operai non pagano il sevizio alla società pur riscuotendo la tassa dai cittadini. Il comune di Sala Consilina, ad esempio, deve oltre 1 milione di euro alla Ergon e predilige impantanare le proprie responsabilità in lunghi e costosi procedimenti giudiziari…tanto le cause durano anni…
Un po’ più di serietà da parte dei comuni.