Sono passati 28 anni dalla temporanea sospensione della ferrovia del Vallo di Diano. Era il 1987, infatti, quando è stata chiusa al traffico, sia merci che passeggeri, la linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro.
A ricordare tale anniversario, tramite un comunicato stampa, il Comitato per la riattivazione della Sicignano-Lagonegro.
“Corre già il secondo anniversario dall’incontro che il Comitato ebbe con l’allora amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane, Mauro Moretti – aggiunge inoltre il Comitato – Lo studio di fattibilità, fantasma, promesso da RFI non è ancora arrivato, ma tramite gli uccellini – è tutta una fauna, insieme ai pesci d’aprile – sono giunte delle cifre da record che fanno davvero pensare al peggio. Un altro paio di anni e ripristinare la Sicignano – Lagonegro,una linea già esistente, ad un binario, non elettrificata, costerà 1200 milioni di euro, ovvereo quanto la costruzione di una nuova linea, a doppio binario, ad alta velocità”.
“Il Comitato – continua il comunicato stampa – di fronte a questi atti non si scoraggia, restando vigile sulla scena politica e continuando a fare incontri: in attesa delle elezioni regionali in Campania, dove uno dei due candidati prese l’impegno pubblico di occuparsi della tratta valdianese (basta cercare su youtube per riascoltare le sue parole), il direttivo si sta attivando anche per ottenere un incontro con il neo-ministro Graziano Delrio”.
“Ancora nessuna novità sui comodati – termina il comunicato – tanto per ribadire l’amarezza dell’infinita burocrazia che di mese in mese si prolunga senza fine, ma il Comitato non demorde consapevole che quando si pongono tanti ostacoli – in una situazione così ambigua come questa – vuol dire che la strada intrapresa è quella giusta”.
Il Comitato per la riattivazione della Sicignano-Lagonegro, infine, lancia un appello ai parlamentari del territorio: “Tra le battaglie legittime accolte da onorevoli e senatori, aspettiamo ancora che qualcuno – di qualsiasi partito esso sia – prenda a cuore la Sicignano – Lagonegro, visto che non occuparsene fa soltanto il gioco di chi vuole tenerla chiusa per oscuri motivi”.
– redazione –
Io ed altri 300 circa pendolari con abbonamento,fino al 1986, abbiamo lottato contro i vertici delle ferrovie,e contro il disinteresse totale di chi poteva e non voleva evitare quella chiusura della tratta Sicignano -Lagonegro, perchè l’interesse era,oggi come allora ,favorire il trasporto su gomma.Ma la cosa più disarmante che oggi purtroppo ci si appella a coloro che sono responsabili della chiusura della tratta con la loro incapacità, e la loro scarsa valenza politica.Per la cronaca ,la tratta fù chiusa all’indomani di un’ingente spesa per l’elettrificazione della segnaletica ,e il riassetto della dsede ferroviaria.Diversi milioni di lire.