I finanzieri del Comando Unità Speciali hanno smantellato un gruppo criminale dedito alla vendita online di capi di abbigliamento contraffatti.
Dall’alba di questa mattina i militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, in collaborazione con i colleghi del Comando Provinciale di Napoli, stanno eseguendo in cinque regioni 17 decreti di perquisizione emessi dal gip di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica, nonché l’oscuramento e sequestro di 381 siti e 15 profili Fb.
L’indagine, durata oltre un anno, è il risultato del continuo monitoraggio della rete operato dalle Fiamme Gialle per la repressione dei reati di natura economico-finanziaria. I militari, sotto la direzione del Procuratore Aggiunto della Repubblica di Napoli Fausto Zuccarelli e del Sostituto Procuratore Roberta Simeone, hanno individuato i siti web ed i profili Facebook riconducibili a 17 cittadini italiani residenti in Campania, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto, che avevano creato veri e propri negozi virtuali dove vendevano abbigliamento contraffatto dei più famosi brand.
L’operazione “Fighting Fake On Line” si inserisce nell’ambito di un progetto internazionale di cooperazione tra forze di polizia volto al contrasto della contraffazione online. Per la prima volta in Italia sono stati rimossi permanentemente dal web siti che, pur avendo suffisso “.it”, si trovavano all’estero. Ciò rappresenta un vero e proprio salto di qualità poiché, contrariamente a quanto avvenuto finora, i siti incriminati sono stati cancellati per sempre da Internet. Con le tradizionali metodologie, invece, venivano soltanto oscurati a livello nazionale, ma restavano comunque disponibili online per il resto del mondo. Inoltre è stata informata anche l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – Ente internazionale responsabile delle assegnazioni degli indirizzi IP), con sede a Los Angeles, per intraprendere le iniziative di propria competenza.
Gli investigatori del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche hanno ottenuto la rivelazione in chiaro del vero indirizzo IP che molti siti web nascondevano intenzionalmente.
– Chiara Di Miele –