Nel 2018 la Fondazione MIdA di Pertosa e Auletta si è fatta promotrice di una ricerca, poi tradottasi nella mostra permanente “Nelle Terre dei Principi. Comunità e monaci italogreci nel Principato longobardo di Salerno”, sulla diffusione del monachesimo italo-greco e l’insediamento di comunità grecofone tra i confini dell’antico Principato longobardo di Salerno a partire dalla fine del X secolo come conseguenza di un significativo flusso migratorio dalla Sicilia e dalla Calabria meridionale a seguito della conquista araba. Il fenomeno dell’insediamento di migranti grecofoni ha interessato in maniera significativa e duratura un’ampia area di 5 regioni lungo la dorsale delle aree interne. La fondazione di monasteri bizantini ha, prima di tutto, favorito, quando non promosso in maniera sistematica, il popolamento dando vita a nuovi insediamenti. Sulla base della ricerca effettuata nasce un progetto di itinerario culturale, religioso e turistico che comprenda centinaia di Comuni e 5 regioni.
La Fondazione pertanto sostiene la proposta di legge di Gianni Pittella e dei senatori dem per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ereditato dal Monachesimo bizantino. La proposta chiede di istituire un Fondo destinato al patrimonio storico-artistico, archeologico e demo-etnoantropologico ereditato dal Monachesimo bizantino e dalla presenza di comunità italo-greche nel Mezzogiorno. I firmatari della proposta sono il senatore del Pd Gianni Pittella, primo firmatario di un disegno di legge sottoscritto dai parlamentari Valeria Fedeli, Mauro Laus, Luciano D’Alfonso, Fabio Porta, Francesco Verducci, Francesco Giacobbe, Gianni Marilotti, Bruno Astorre, Dario Stefano, Tatiana Rojc, Salvatore Margiotta, Vincenzo D’Arienzo, Andrea Ferrazzi, Vanna Iori, Daniele Manca e Roberta Pinotti.
“I territori che custodiscono questo patrimonio culturale, che mette in stretta relazione le vicende culturali, storico-artistiche e religiose di ben cinque regioni del versante tirrenico del Mezzogiorno d’Italia (Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania e Lazio) sono in prevalenza classificabili come Aree interne. La sfida – sottolinea Gianni Pittella – non riguarda solo la programmazione di interventi per la valorizzazione di siti, emergenze architettoniche e ogni altro potenziale attrattore, ad esclusiva finalità turistica, ma consiste anche nel pianificare una crescita sostenibile, in grado di recuperare modelli comportamentali e pratiche virtuose rispetto alla gestione degli assetti territoriali. È fondamentale ripristinare un rapporto armonioso tra risorse disponibili e bisogni delle comunità locali, promuovendo attività economiche come l’agricoltura compatibili con la tutela dell’ambiente naturale e della sua biodiversità, ispirate dal complesso valoriale più autentico delle organizzazioni sociali di tipo tradizionale. Da qui il recupero di saperi e conoscenze, di usi gastronomici e pratiche culturali le cui origini sono immediatamente riconducibili al fenomeno della diffusione del Monachesimo e delle comunità italo-greche nell’Italia Meridionale“.