Le Chiese del Vallo di Diano sono state ultimamente oggetto di svariati furti che hanno inevitabilmente lasciato sbigottite le comunità di fedeli. Nei giorni scorsi sono state depredate dei loro beni la chiesa di San Michele Arcangelo ad Atena Lucana, la chiesa di San Pietro Apostolo a Sala Consilina e la chiesa della Beata Vergine di Pompei a Silla di Sassano.
- Marco Ambrogi, Responsabile del Museo Diocesano a Teggiano e profondo conoscitore della cultura locale proviamo ad inquadrare il fenomeno e la sua portata
La refurtiva nei diversi casi di queste chiese fa pensare che non ci sia sempre una mano “esperta” . Si tratta nella maggior parte delle volte di oggetti che non hanno un grande valore “commerciale” e desumo che gli autori siano spesso degli sprovveduti; già un calice in argento della fine dell’Ottocento, come valore artistico (e quindi economico) ha una portata del tutto limitata. Bisogna capire che il furto è veloce, mirato ed alla portata anche di ladri meno esperti, per cui le opere facilmente asportabili, quali i Bambinelli delle statue, i vasi e le suppellettili sacre, i crocifissi di piccole dimensioni, sono di maggiore attenzione da parte dei sottrattori, esperti e non. Queste azioni feriscono piuttosto la comunità di fedeli per il valore religioso che questi oggetti rappresentano. Nel caso della Chiesa di Sala Consilina, invece, potrebbe trattarsi di un lavoro su commissione. Il Bambinello rubato faceva parte, infatti, di una statua lignea del ‘700 firmata da Giacomo Colombo, uno scultore che ebbe bottega a Napoli e realizzò numerose opere nel Mezzogiorno d’Italia, tra la fine del Seicento e gli inizi del secolo successivo. Vorrei sottolineare che, sempre a Sala Consilina, molti fedeli ancora ricordano con rimpianto la pala della Madonna del Rosario, rubata dalla chiesa di Santo Stefano agli inizi degli anni Ottanta, una grave perdita, sia per il valore affettivo, che storico-artistico.
- L’ondata di furti sembra non risparmiare nemmeno i luoghi di culto, allarmismo recente oppure si tratta di vicende che sono sempre accadute?
Ho notato un aumento del fenomeno in questi ultimi mesi nel Vallo di Diano, certamente se aumenta la richiesta da parte del mercato, aumentano anche i furti di questo genere, è importante risalire al profilo dei committenti per fronteggiare il problema. Tuttavia, seppur più sporadici, i furti nelle chiese ci sono sempre stati e i miei ricordi vanno al crocifisso ed alla corona di Sant’Anna nella Chiesa Madre a Sant’Arsenio, alla statuetta di San Vito nell’omonima cappella oppure alla Madonna delle Grazie in San Pietro di Polla. Anche Teggiano, qualche anno fa ha purtroppo perso un’altra delle sue memorie antiche di carattere religioso ed artistico: la Madonna della Misericordia; la stessa statua di San Cono, tempo addietro, fu privata degli angeli che ne fanno corona, alla base. Sembra esser ritornati quasi agli anni del dopo-terremoto del 1980, quando, complice lo stato di abbandono di molti edifici religiosi, vi furono tanti furti sparsi in tutti i paesi del Circondario.
- Ostacolarli potrebbe voler dire chiudere le chiese o sottoporle ad una maggiore vigilanza?
Potrebbe essere una soluzione tenerle aperte in orari limitati e vigilati, oltre il tempo delle funzioni liturgiche, magari con l’ausilio dei fedeli, organizzando delle sorveglianze periodiche, ma il problema fondamentale rimane sempre lo stesso: finché ci sarà una richiesta sul mercato, i malintenzionati troveranno sempre un tempo in cui trafugare queste opere dalle nostre chiese. Si spera che almeno una ricerca più attenta, dopo i furti, possa restituire parte della refurtiva; non va dimenticato che tutte le opere presenti nelle nostre chiese, sono state schedate e fotografate, per cui facilmente individuabili, una volta ritrovate.
– Tania Tamburro –