Sono diversi i Comuni della Basilicata che, a distanza di quasi un mese dall’inizio della distribuzione, non hanno ricevuto ancora alcun vaccino antinfluenzale. Tra questi Muro Lucano, Sant’Angelo Le Fratte e Vietri di Potenza, oltre ad altri che lo hanno ricevuto ma in dosi minime. Diverse comunità ancora a zero vaccini in questa prima distribuzione.
Il 14 ottobre scorso l’assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Rocco Leone, aveva annunciato l’inizio della distribuzione di 74mila vaccini sul territorio lucano, vale a dire più del 50% del fabbisogno regionale. In primis alle categorie a rischio come anziani e bambini. Dosi di vaccino che vengono distribuite dalle Aziende Sanitarie di Potenza e Matera nei rispettivi distretti sanitari. Per consegnarli poi ai medici di famiglia ed i pediatri per il ritiro e per effettuare la vaccinazione.
La Basilicata lo scorso anno, con 55mila dosi, è stata tra le regioni che hanno fatto il maggior numero di vaccini in Italia, con una copertura del 17,3% della popolazione a fronte di una media nazionale del 16,8%. Un migliaio di dosi richieste da Muro Lucano. “Trovo assurdo e gravissimo – ha dichiarato il sindaco Giovanni Setaro – che in un momento così delicato, nella mia città non è arrivato un solo vaccino antinfluenzale. Da tempo si pubblicizza questa campagna vaccinale e mi chiedo come in diversi paesi lucani questi vaccini non sono arrivati e siamo rimasti esclusi dalla prima fornitura“.
Circa 400 i vaccini anche attesi a Vietri di Potenza, dove al momento non ne è arrivato nemmeno uno, così come a Sant’Angelo Le Fratte. “Speriamo – ha dichiarato Michele Laurino, sindaco di Sant’Angelo – che i vaccini arrivino presto anche qui da noi. Ci auguriamo una pronta risposta della Regione a questa problematica, è un momento delicato e bisogna garantire questi vaccini antinfluenzali, in particolare per le fasce più deboli“.
In altri Comuni i vaccini sono arrivati, come a Satriano di Lucania e Ruoti, ma sono ancora insufficienti per coprire almeno le fasce più bisognose. Sindaci e medici avrebbero preferito che la distribuzione avvenisse con una percentuale da destinare a tutti i Comuni e non lasciare diverse comunità ancora a zero. Comuni che sperano di avere i vaccini nella prossima distribuzione, visto che sono tutti finiti quelli in possesso delle aziende sanitarie.
– Claudio Buono –