“Peccato, era andato tutto bene fino ad ora nel piano vaccinale della Regione Campania. Poi, ad un certo punto, è prevalsa una logica ‘agonistica’ dove, tutti contro tutti, hanno preso a gareggiare per fare di più e prima, perdendo di vista l’obiettivo di fare ‘meglio’, di dare cioè qualità ed efficienza all’attività di prevenzione sul territorio”. Lo ha detto il presidente di Federfarma Campania, Mario Flovilla.
“All’inizio – ha continuato Flovilla – era giusto mirare a risultati ‘quantitativi’ reclutando la maggior parte della popolazione a rischio dei centri urbani e metropolitani. In seconda fase, invece, bisognava perseguire il raggiungimento capillare delle aree più periferiche e, rispetto a questo specifico target, è apparso strategico il supporto offerto dalle farmacie di comunità. Invece si è aperta una disordinata competizione generale, della Regione contro le altre Regioni, di Napoli contro le altre province campane, perfino tra i direttori generali delle diverse Asl e tra questi e le farmacie, la cui organizzazione è stata spesso ostacolata per non dover condividere, con queste ultime, il successo delle proprie ‘performance’ pubbliche”.
“Se a questo si aggiunge la disparità di approvvigionamento dei vaccini Jansen in favore delle Asl nonché il ritardo nell’attivazione della piattaforma informatica dedicata a monitoraggio e tracciatura delle vaccinazioni da effettuare in farmacia – ha precisato Flovilla – si capisce quanto il caos sia totale”.
Flovilla chiarisce che non è stata ancora resa operativa la distribuzione centralizzata dei vaccini alle farmacie che, per il tramite di Federfarma Campania, la cooperativa di farmacisti CEF ha offerto di realizzare a titolo gratuito per garantire la sicurezza del processo di stoccaggio e approvvigionamento degli stessi attraverso l’accorciamento della necessaria catena del freddo:”La seconda fase del programma vaccinale affidato alle farmacie avrebbe meritato di partire in maniera uniforme e coordinata e non certo, come sta avvenendo, in ordine sparso e a geometria variabile, mancando l’obiettivo prioritario di garantire il raggiungimento delle popolazioni delle aree interne e, nell’imminenza della stagione turistica, di quelle costiere, in ragione della loro forte valenza economica e produttiva da sostenere“.
“I proclami mediatici non bastano a camuffare questo grave deficit organizzativo – conclude -. Intanto, gran parte dei 2233 farmacisti campani, preparati e pronti a vaccinare, restano ancora con le siringhe scariche”.