È durata circa tre ore l’autopsia, disposta dalla Procura di Lagonegro, sul corpo ritrovato in un avanzato stato di decomposizione nel bosco di contrada Canicella a Lauria, nel pomeriggio di domenica, quando un cercatore di funghi ha notato il cadavere avvolto in un cellophane nascosto nella vegetazione.
L’esame autoptico è stato effettuato dal medico legale Giuseppe Consalvo nell’obitorio dell’ospedale di Lagonegro, dove il cadavere resta sotto sequestro disposto dalla Procura. Bisognerà attendere almeno una ventina di giorni per dare un’identità ai resti umani trovati nel cellophane.
Contestualmente, durante l’esame, è stato prelevato anche il dna, che verrà comparato con quello dei familiari di Mariano Di Lascio, il 42enne scomparso da contrada Pecorone di Lauria il 21 novembre scorso. Infatti, si pensa che possa trattarsi del suo corpo, dal momento che sarebbero stati ritrovati anche i resti di un jeans, del giubbino e di un orologio, oggetti che a quanto pare indossava Mariano al momento della scomparsa.
Non è stato autorizzato dalla Procura il riconoscimento da parte dei familiari di Mariano, come da istanza avanzata dai legali della famiglia, Cosentino e Boccia, a causa dell’avanzato stato di decomposizione del corpo e della mancanza di molte parti, probabilmente ad opera di animali selvatici. Sarà l’esame dell’autopsia a dare maggiori dettagli sulle cause della morte e del tempo trascorso dall’abbandono del cadavere.
Per la scomparsa di Di Lascio, resta aperto in Procura un procedimento a carica di ignoti. La sua auto venne ritrovata a pochi chilometri di distanza dal rinvenimento del cadavere, non lontano dallo svincolo per l’A2 del Mediterraneo.
– Claudio Buono –
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