Mentre i giorni passano e si avvicina per i futuri camici bianchi il termine ultimo del 23 luglio per l’iscrizione alla prova di ammissione alle facoltá mediche, giá fissata all’8 settembre, sembra non calmarsi il dibattito su Odontoiatria. Il neonato corso di laurea dell’ateneo salernitano è destinato a collocarsi presso l’ospedale “Fucito” di localitá Curteri a Mercato San Severino, ma ad oggi non ha ancora aule e laboratori in cui accogliere i 10 studenti comunitari (più uno extracomunitario) che aspirano a laurearsi in Protesi dentaria. La struttura identificata, infatti, è un prefabbricato inutilizzato da anni che incuria e abbandono hanno reso “fantasma”: si tratta dell’ex centro “Juventus” che ricade nel parco retrostante l’ospedale. L’erbaccia si è impossessata degli spazi dell’edificio, ormai privo di infissi e divisori, che al momento non ospita altro che detriti.
Richiesto alla regione, ma non ancora concesso, il finanziamento per la riqualificazione strutturale che dovrebbe prendere il via nei prossimi mesi. Dal consiglio didattico della facoltà arrivano le specifiche, che di certo non placano i dubbi dei futuri odontoiatri, su tempi e spazi: il corso inizierá regolarmente il prossimo ottobre; nei primi due anni sono previste lezioni teorico-frontali da seguire presso il campus di Baronissi; le attivitá pratiche e laboratoriali sono da svolgersi a partire dal secondo semestre dell’anno accademico 2016/2017; in due anni tutti i lavori necessari saranno ultimati. Se tutto filerà liscio come gli organi accademici prevedono, a marzo 2017, quindi, la situazione sarà completamente rinnovata.
Intanto, l’Unisa si “inimica” Giuseppe Renzo, presidente della commissione Albo degli Odontoiatri, che all’AdnKronos denuncia i costi dell’operazione: “Il corso a Salerno, recentemente istituito per soli 10 studenti, comporta un costo di oltre 3.200.000 euro, uno sforzo amministrativo con una evidente dimenticanza del concetto costo-benefici“. “Questa follia – continua duramente Renzo – non consente oltretutto di ridurre, come sarebbe logico, il numero di corsi di laurea premiando quelle realtà accademiche che hanno le strutture e i mezzi didattici adeguati a una formazione di alto livello. In sostanza si fa il contrario di quanto sarebbe logico: tanti corsi di laurea per pochi studenti invece che pochi corsi di laurea (altamente qualificati) per un adeguato numero di studenti“.
– Gianpaolo D’Elia –