Si è svolto ieri a Sanza, presso il Centro Educazione Ambientale, il convegno “Sanza, la sentinella del sud” organizzato dall’associazione Sud e Civiltà con il proposito di offrire una rilettura dei fatti storici del 1857, in particolare della spedizione di Sapri capeggiata da Carlo Pisacane.
Sono intervenuti il regista del film “Il Regno delle Due Sicilie tra primati e luoghi” Umberto de Rosa, gli scrittori Vincenzo Gulì e Gaetano Marabello, Ennio Apuzzo, ricercatore storico, ed Edoardo Vitale, magistrato e presidente di Sud e Civiltà. Presenti, tra il pubblico, il sindaco Vittorio Esposito e il vicesindaco Toni Lettieri.
“E’ necessario liberarsi dalle menzogne del 1848 – dichiara Gulì – ricercando le verità storiche. La rivoluzione in nome del popolo è stata fatta contro il popolo poiché i contadini e i carcerati erano pilotati dai nobili. Gli eroi risorgimentali che ci hanno mostrato sono solo fantocci, maestri delle belle parole e dei brutti fatti“.
“Carlo Pisacane è un eroe o un criminale, dipende dal punto di vista – spiega Ennio Apuzzo – Era un ribelle già dai tempi della Nunziatella. Scappò a Livorno, covo della massoneria, poi in Inghilterra. Per denaro si arruolò nella legione straniera. La spedizione di Sapri è stata fatta a favore del popolo o degli oligarchi che odiavano il re? È venuto a liberare la povera gente o i nobili del tempo? Pisacane ha aperto le porte al saccheggio del sud e delle nostre terre. La spedizione fu finanziata dal padre fondatore della massoneria“.
Dopo aver ascoltato queste parole, il sindaco ha abbandonato l’aula provocando il disappunto dei relatori che hanno interpretato il gesto quale offesa alla loro libertà di espressione.
“Stiamo facendo qualcosa di storico oggi – ha Vitale – perché mettiamo in dubbio la versione ufficiale della storia. A Sanza il popolo ha fatto qualcosa di eroico, per puro amor di patria, a rischio della vita, contro quei 300 rivoluzionari. Eroi e martiri poiché le guardie urbane furono uccise senza processo. Sanza non si è macchiata di alcun delitto. Oggi consegneremo una targa a Sanza per aver difeso il sud“.
La targa che ha menzionato Vitale è stata rifiutata dal vicesindaco Toni Lettieri perché contrario, come rappresentante dell’Amministrazione, alla rilettura storica proposta da Sud e Civiltà. Ogni anno infatti viene posta una corona di alloro al Cippo in onore di Pisacane, ritenuto dunque dall’Amministrazione un eroe non un criminale.
È stata conferita a Sabino Laveglia, presunto erede della guardia urbana, una targa ad eterna memoria del valore di Sabino Laveglia, la guardia urbana che tolse la vita a Carlo Pisacane il 2 luglio 1857.
– Ornella Bonomo –