Sta facendo discutere nelle ultime ore la questione del 118 nel Vallo di Diano, dove ci sarebbe un unico medico rianimatore a servizio dell’intera comunità.
A far luce sulla vicenda, contattato da Ondanews, è il dottor Domenico Violante, responsabile dell’UOC Emergenza, COT 118 e Urgenza Territoriale dell’ASL Salerno.
“Si sta creando allarmismo. Il problema non è che abbiamo un solo medico rianimatore in servizio, anzi, sono diversi i rianimatori che lavorano ma, semplicemente, a coprire il turno è soltanto uno e questo perché c’è una carenza generale di medici” ha affermato.
Nel Vallo di Diano, infatti, l’ambulanza rianimativa ha medici che operano in servizio aggiuntivo, ovvero svolgono delle ore extra rispetto al turno ospedaliero per garantire la copertura della postazione per le emergenze.
“I rianimatori – spiega Violante – da qualche anno non sono pochi e in orario aggiuntivo vengono a Sant’Arsenio per coprire il turno. E’ potuto capitare che il turno sia rimasto scoperto un paio di volte in un mese ma dobbiamo pur capire che possono esserci degli imprevisti. Noi, però, possiamo operare solo in base alla disponibilità di questi perché per il 118 non abbiamo medici, risiede quindi qui il problema: nessuno vuole lavorare per la Medicina di Emergenza”.
Come spiegato dal medico, infatti, l’ASL Salerno sul territorio di competenza ha 19 automediche, di cui una collocata a Teggiano per il servizio di emergenza e allo stesso tempo ci sono anche le ambulanze per dare una risposta alle necessità dei cittadini. La criticità risiede, invece, nella carenza generale di medici che vogliano lavorare per il 118.
“Io posso solo ringraziare i colleghi che decidono di svolgere ore extra per garantirci un servizio togliendo tempo alle loro vite private e alle loro famiglie pur di mettersi a disposizione delle comunità – continua il responsabile del 118 -. I medici che abbiamo danno la loro disponibilità, il problema è averne di nuovi. Più che collocarli sul territorio in base ai numeri che abbiamo, noi non possiamo fare molto. Se dovesse venire qualcuno nel mio ufficio a dirmi che vuole essere assunto per lavorare per il 118 gli direi che può iniziare immediatamente, ma sfido chiunque a trovarmi qualche medico”.
Il quadro che riguarda la Medicina di Emergenza è quindi critico: “Che possibilità ho? Senza medici è tutto molto precario. Abbiamo collocato l’automedica a Teggiano che rappresenta una posizione centrale per il Vallo di Diano, ma valuteremo di spostarla più a sud. Tenteremo quindi di dare una risposta anche in questo modo. Siamo abituati agli anni ’90 quando c’era un medico per ogni ambulanza, oggi non è così: dobbiamo abituarci al fatto che il 118 è per le emergenze e che i medici sono pochi. I politici possono presentare tutte le interrogazioni che vogliono, servono risorse umane che non abbiamo”.
Pur volendo snocciolare la questione, però, resta una problematica a monte che a parere del dottor Violante risiederebbe nei contratti: “Su questo come ASL non possiamo fare alcunché. Deve intervenire il Governo, neanche la Regione. Noi più che incentivare economicamente il personale non possiamo ritoccare i contratti. Servono iniziative concrete dal Governo che dovrebbe rivedere punto per punto i contratti dei lavoratori del 118 e aggiornarli ai nostri tempi”.
Gioca a sfavore anche il continuo stress a cui gli operatori del 118 sono sottoposti e che non fa sì che l’ambito diventi attrattivo: continue minacce, violenza e poca gratificazione. “E non serve alcun Daspo sanitario, che reputo anticostituzionale. Il problema reale ha radici ben più lontane. I medici hanno ormai capito che la Medicina di Emergenza rappresenta un disvalore e la situazione non tende a migliorare, si deve fare in modo che diventi attrattiva. Ai medici di Pronto Soccorso abbiamo proposto anche 100 euro all’ora e nonostante questo non li troviamo; un medico di 118 ne guadagna circa 20/22 per ogni ora. Possiamo provare in ogni modo a rendere il settore attrattivo ma esiste anche un altro problema: la Medicina di Emergenza è ormai il bancomat degli avvocati. I medici in Pronto Soccorso hanno in media una ventina di denunce a proprio carico, in altre parole ognuno deve provvedere ad avere un’assicurazione e questo comporta un costo. Ma chi vorrebbe lavorare così? Avendo possibilità di scelta, essendoci molti posti vacanti e pochi medici, chi viene assunto preferisce posti in cui sta più tranquillo a parità di remunerazione”.
Il problema riguarda anche i medici di base che non avrebbero un compenso adeguato, motivo che li spinge a lasciare i piccoli centri: “I pochi medici che ci sono vengono attratti da realtà più grandi dove riescono ad avere utenze maggiori e meno spese. Nei piccoli paesi non conviene più neanche fare il medico. Il risultato è che l’utenza si riversa al Pronto Soccorso o chiama il 118 per ogni necessità. E’ un circolo vizioso: pochi medici e Medicina di Emergenza in affanno. E per essere in crisi la Medicina di base, il problema è grave”.
Tuttavia il dottor Violante ha annunciato che l’ASL Salerno è comunque a lavoro per un bando volto ad arruolare nuovi medici da inserire in organico e in più per un corso di formazione 118, ricordando che la grave carenza di personale si è sentita molto durante quest’estate che è stata critica soprattutto per le zone di Agropoli e Capaccio, dove si sono verificati numerosi incidenti e ci sono state molte richieste di intervento. Criticità anche per il Golfo di Policastro e per le zone di Eboli e Battipaglia. “In estate – ha specificato Violante – spostiamo maggiori risorse nel Cilento e nelle aree a sud della provincia proprio per via della vastità del territorio e dei lunghi tempi di percorrenza. Stiamo lavorando per riuscire ad avere anche una postazione a Serre ma non ci riusciamo per mancanza di personale”.
In conclusione il responsabile del 118 ha affermato: “L’unica speranza è che dal Governo si ricordino di noi nella prossima Finanziaria con contratti incentivanti adeguati e indennità specifiche in modo da poter attrarre più medici nel nostro settore e poter migliorare il nostro servizio che, ad oggi, garantiamo nonostante le difficoltà”.