Nell’ultima riunione della Deputazione Amministrativa dello scorso 19 novembre, il Consorzio di Bonifica Vallo di Diano-Tanagro ha deciso di aderire al bando pubblicato dal Ministero delle Politiche Agricole nel mese di luglio.
Si tratta di un bando aperto ai Consorzi di Bonifica e ai Consorzi irrigui con una dotazione finanziaria di 12 milioni di euro destinati a spese per la progettazione di opere strategiche di rilevanza nazionale nel campo delle infrastrutture irrigue, degli invasi, delle bonifiche idrauliche e della difesa delle esondazioni.
Un bando di estrema importanza per i Consorzi che operano nel Mezzogiorno dove è riservato l’80% della dotazione finanziaria per la selezione dei progetti strategici chiamati ad affrontare questioni di grande impatto per i territori ed il settore agricolo, come le emergenze idrogeologiche e la carenza della risorsa idrica, entrambi questioni destinate ad esaltarsi per via dei cambiamenti climatici.
“Abbiamo voluto cogliere questa opportunità – dichiara il Presidente Beniamino Curcio – come una vera e propria sfida. Siamo pienamente consapevoli che nelle intenzioni di chi ha scritto il bando vi siano le grandi infrastrutture destinate al trasferimento della risorsa acqua tra Regioni o bacini idrografici diversi, ma siamo altrettanto convinti che il bando ben si adatta alla nostra realtà del Vallo di Diano che, non meno di altri contesti, richiede interventi di difesa idraulica e di messa in sicurezza, accanto ad interventi di razionale gestione della risorsa irrigua, di grande consistenza per poter affrontare con la dovuta efficacia e nel verso giusto questioni annose mai risolte che continuano a destare forti preoccupazioni e timori tra la gente come le ricorrenti esondazioni dei corsi d’acqua e gli imponenti allagamenti nella piana. Problemi, questi, che hanno un grosso impatto sull’intero nostro territorio e che comunque si ripercuotono anche su altri bacini. Abbiamo ritenuto, in pratica, che, grazie al bando, fosse giunto il momento anche per noi di ‘pensare in grande’ sussistendone i presupposti in relazione alla portata delle emergenze di natura idraulica e di gestione della risorsa acqua e sussistendo le ragioni ad intervenire in relazione alle crescenti preoccupazioni dei cittadini e ai crescenti fabbisogni del territorio in termini di sicurezza idraulica, di competitività del settore agroalimentare e di tutela e valorizzazione del grande patrimonio ambientale di cui godiamo, a partire da quello legato al vasto, articolato e complesso sistema fluviale”.
Secondo Curcio, inoltre, il bando deve rappresentare l’occasione “per far assumere al livello istituzionale locale la piena consapevolezza della gravità dei problemi di natura idraulica che da secoli mettono in ginocchio la nostra valle, come gli allagamenti, la strozzatura del Fossato Maltempo a Polla, il diffuso disordine idraulico e al tempo stesso per spingere sempre il livello istituzionale locale a mettere in piedi una vera e propria progettazione strategica integrata, capace di coniugare difesa idraulica e competitività territoriale attraverso il rilancio e l’ammodernamento delle filiere agricole e zootecniche da una parte e la fruizione e valorizzazione delle nostre ricchezze (beni ambientali e culturali) dall’altra parte“.
“Dobbiamo avere la capacità di fare squadra per condividere e costruire insieme un ‘grande progetto’ che sia in grado di trasformare l’attuale approccio che si ha nei riguardi del sistema fluviale del Vallo di Diano ed in particolar modo del Fiume Calore-Tanagro – dichiara ancora – percepito più come una minaccia che come una risorsa strategica per via dei pericoli delle esondazioni e dei conseguenti allagamenti. Approccio, questo, che non ci consente di valorizzare al meglio tutte le nostre potenzialità produttive e che ci costringe a rincorrere emergenza dietro emergenza, senza affrontare e risolvere della sicurezza idraulica e dello sviluppo così come andrebbe fatto e così come si aspettano i cittadini. Per ora abbiamo deciso di partecipare al bando partendo da una prima idea progettuale che ovviamente va verificata”.
In estrema sintesi, l’idea progettuale prevede la realizzazione di uno sbarramento principale sul Fiume Calore a monte del Ponte del Re a Casalbuono per costituire un grosso bacino di accumulo dell’acqua, particolarmente utile sia per la laminazione delle piene e quindi per contenere i fenomeni di esondazione e di allagamento sia per usufruire di acqua da utilizzare poi per fini irrigui e, attraverso opportuni salti, per la produzione di energia elettrica. Accanto a questo invaso principale si possono poi realizzare altri invasi più piccoli lungo le due dorsali montuose sempre con la funzione di laminazione delle piene e di bacini di accumulo per l’irrigazione. L’idea progettuale prevede poi la realizzazione di un sistema di adduttori principali e secondari (infrastrutture irrigue) che, partendo dagli invasi, dovrebbero servire i vari contesti agricoli del territorio.
“In aggiunta alle infrastrutture irrigue (invasi e condutture) è prevista poi tutta una serie di opere di compensazione finalizzate alla riqualificazione e sistemazione idraulica e ambientale – dichiara Curcio – dell’intera asta fluviale del Fiume Calore-Tanagro e di altri corsi d’acqua che presentano analoghe criticità, compresa la grande opera di ampliamento del Fossato Maltempo a Polla. L’idea progettuale ovviamente è solo a livello embrionale e necessita inevitabilmente di essere approfondita, studiata, sviluppata e condivisa dal territorio, a partire dalle amministrazioni comunali. E’ indispensabile poi che l’idea progettuale venga sviluppata anche attraverso il coinvolgimento del mondo scientifico per i riflessi che un’opera così grande, come quella ipotizzata, ha sul piano ambientale e socio-economico. Parliamo dunque di un progetto che potrà assumere una valenza strategica solo se davvero crediamo nelle nostre capacità e nelle potenzialità del nostro territorio ben sapendo che per poterlo sostenere ci vuole tanta determinazione, tanto lavoro, tanto impegno da parti di tutti, ma soprattutto tanta passione ed ambizione. Dobbiamo osare perché solo in tal modo possiamo davvero pensare in grande e puntare ad un grande progetto condiviso nel Vallo. Un grande progetto che non solo servirà per risolvere problemi mai risolti come la difesa e la sicurezza idraulica ma significherà anche aprire nuove opportunità economiche ed occupazionali legate ala riqualificazione fluviale, all’accessibilità e mobilità, alla fruizione e valorizzazione degli ambiti fluviali in connessione con in tanti e preziosi beni culturali di cui il Vallo è ricco. Su tale idea progettuale vi è già stato un primo confronto con il Sindaco del Comune di Casalbuono Carmine Adinolfi che si è mostrato fortemente entusiasta e motivato a dare tutto il suo supporto”.
“Esiste nel Vallo di Diano un buon patrimonio di capacità progettuale e relazionale – conclude Curcio – che deriva dall’attuazione di interessanti programmi come i Patti Territoriali, i Progetti LEADER, il PIR, la Strategia delle Aree Interne. Dobbiamo saper capitalizzare tale patrimonio per fare ulteriori passi in avanti ambendo a progetti integrati di più ampio respiro, capaci di incidere in maniera duratura sulle varie criticità ambientali e, al tempo stesso, di migliorare in maniera tangibile il contesto socio economico della nostra realtà”.
– Claudia Monaco –