Ad un anno esatto dalla sua morte il Maestro Enzo Polito ha lasciato un vuoto, morale e artistico, incolmabile nella sua Sala Consilina, nell’intero Vallo di Diano e anche oltre. In tantissimi ricordano ancora addolorati e con profondo affetto il musicista, compositore e arrangiatore che diede la voce alla sigla del cartoon “Mazinga Z” e che collaborò con alcuni dei cantanti più noti in Italia, tra cui Don Backy, Rino Gaetano, Wess, Gianni Nazzaro, Luca Barbarossa e Nino D’Angelo.
Ma sono tanti anche i musicisti che negli anni hanno avuto il piacere di lavorare con il Maestro Polito e che oggi, commossi, raccontano di un’amicizia fraterna che indissolubilmente li lega a lui anche oltre la morte. Come Claudio Trippa, chitarrista e produttore che vanta all’attivo importanti collaborazioni con artisti del calibro di Lionel Richie, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Tiromancino, Ornella Vanoni, Lucio Dalla, Francesco De Gregori e che attualmente è presenza fissa nel programma Radio2 Social Club con Luca Barbarossa e Andrea Perroni.
Claudio, raggiunto da Ondanews, ha voluto omaggiare la memoria del Maestro Enzo Polito con una toccante intervista ricca di ricordi affettuosi e aneddoti simpatici.
- Claudio, come hai conosciuto il Maestro Polito e come mai avete iniziato a collaborare?
Nel 1982 stavo a “Il Cenacolo”, una succursale della RCA dove i Pandemonium, band di Enzo, facevano provini per tutti. Io ero alle prime armi e conobbi Enzo in una situazione particolare. Stavo suonando insieme a mio fratello e altri musicisti un provino per Don Backy, ma non ci riuscivamo. Enzo stava ascoltando e ad un certo punto mi coinvolse dicendomi “Tu sei bravo!”, ma mi riempì di rimproveri e io ci rimasi malissimo. Poi negli anni abbiamo sempre scherzato su questo episodio. Io mi sono innamorato di lui proprio perchè mi fece capire che avrei dovuto impegnarmi per andare avanti. Io poi ho continuato a suonare con Don Backy e lui con i Pandemonium, ma siamo rimasti sempre in contatto e io andavo spesso a “Il Cenacolo” per guardare e imparare. Enzo è stato un po’ il mio insegnante del mestiere. Nel 1986 vanno via alcuni musicisti di Don Backy e così entrarono i fratelli Roberto e Gianfranco, quando poi l’anno seguente ci serviva il tastierista, convincemmo Enzo a venire da noi e lui, che era bravissimo, si occupò degli arrangiamenti e coordinò il tutto.
- Quando avete lavorato insieme per l’ultima volta?
E’ successo nel 2009 nel mio studio a Roma. In quella occasione abbiamo registrato un album di Don Backy e abbiamo lavorato per 20 giorni di seguito insieme e in maniera intensa. Poi Enzo mi invitò a suonare anche a Sala Consilina qualche anno fa, ma siamo rimasti sempre in contatto per ogni occasione. Mi è rimasto nel cuore, così come io ero rimasto nel suo. Ultimamente sento sempre i suoi fratelli. Enzo mi definiva il quarto fratello, facevo parte della famiglia Polito. Lui davvero mi ha trattato come un fratello e quando commettevo ad esempio un errore di comportamento lui mi diceva sempre “Stai attento, non fare così”. Mi dava consigli da fratello maggiore e questo mi è servito tantissimo. Quello che sono adesso lo devo in buona percentuale a lui. Anche altri musicisti hanno un ricordo pazzesco di Enzo Polito, come ad esempio Stefano Cenci. Tutti parlano bene di lui.
- Cosa ti resta di lui?
Quando stava male di salute aveva comunque un entusiasmo incredibile. Quella è stata la sua vera forza per combattere e la trasmetteva anche a me se stavo giù di morale. Mi resta nel cuore il rapporto che ho avuto con lui e la sua famiglia. Sono felicissimo di poterlo ricordare oggi in questo modo, tramite la vostra testata.