“Forse è iniziata la terza guerra mondiale, chi lo avrebbe mai detto nel 2022!“. Queste parole risuonano nella telefonata con Olga, giovane ucraina che ha vissuto per 6 anni a Polla e che, soltanto tre mesi fa, ha deciso di ritornare nella sua terra, a Ivano-Frankivs’k, nella parte occidentale del Paese. Quella terra in cui da questa notte il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha lanciato il suo attacco militare, scongiurato in questi giorni da più fronti.
Il Presidente russo ha esortato le forze di Kiev a consegnare le armi e andare a casa, assicurando che i piani di Mosca non includono l’occupazione dell’Ucraina ma la smilitarizzazione del Paese con un’operazione speciale.
Olga, che vive con suo marito e il loro bambino, come altri cittadini ucraini conosceva già il peso della guerra che negli anni ha afflitto la nazione, ma non l’aveva mai avvertita sulla sua pelle. “Quando ho deciso di rientrare da Polla a Ivano-Frankivs’k non avrei mai pensato di trovare dopo tre mesi tutto ciò – ci racconta -. La guerra nel mio Paese è sempre stata distante dal luogo in cui vivo, non mi aveva mai toccata“.
Poi le prime notizie, le minacce di Putin. “Ho continuato a pensare che i bombardamenti sarebbero avvenuti lontano da noi – prosegue Olga – fin quando stamattina, intorno alle 4, ho sentito passare tanti aerei e la sirena che suonava forte. Mi sono affacciata al balcone e ho visto il cielo pieno di fumo, il fuoco in lontananza“. I russi hanno attaccato la base militare vicina all’aeroporto cittadino.
Quando le chiedo se si sia pentita di essere tornata in Ucraina, Olga mi racconta che le mancava la sua famiglia ma sta pensando che “non è una buona cosa far crescere mio figlio in un Paese come questo“. E in merito a queste prime ore allarmanti spiega: “Anche scendere a fare la spesa al supermercato inizia a diventare complicato. Comprare da mangiare è difficile, si sta svuotando tutto, non so cosa ci aspetterà domani. Mancano già alcuni generi di prima necessità come latte e pane o la carta igienica. La gente è nel panico, vedo tante persone con le valigie e i loro bambini tra le mani per fuggire via“.
“Adesso dalla tv ci dicono che spostarsi da una regione all’altra per andar via potrebbe essere pericoloso – continua la giovane Olga – e chissà se non chiuderanno proprio la dogana. Io cerco di mantenere la calma per mio figlio e per mio marito che, essendo giovane, potrebbe essere addirittura chiamato in guerra“.
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