La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione nei confronti di Omar Sadi, il giovane originario del Gambia che nella notte tra il 12 e 13 agosto 2018 uccise con una coltellata a Potenza il connazionale 26enne Ammar Barry.
Il giovane era stato condannato in primo grado dal Tribunale di Potenza per il reato di omicidio volontario, dopo la scelta del rito abbreviato, a 14 anni di reclusione, due in meno rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero Giuseppe Borriello. Successivamente la Corte di Assise di Appello, presieduta dal giudice Angela D’Amelio, a seguito del ricorso presentato dal legale Francesco Fabrizio, ha riformulato la condanna riducendola a 9 anni e 4 mesi di reclusione, con l’esclusione delle aggravanti. Ora è arrivata la conferma della Corte di Cassazione.
L’omicidio avvenne nel centro storico del capoluogo lucano, nei pressi di via dell’Edere. Alla base del grave fatto questioni economiche tra i due connazionali. Fatale fu per Ammar Barry una coltellata scagliata da Omar Sadi che lo raggiunse all’altezza della gola. Il corpo venne ritrovato in una pozza di sangue. L’autore dell’omicidio in nottata si diede alla fuga. Ma in poche ore gli agenti della Polizia di Stato riuscirono a individuarlo in una struttura di accoglienza di Potenza dove era ospite, con sangue sui vestiti e sulle scarpe che ancora indossava.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal legale di Omar Sadi. Secondo i giudici romani, quest’ultimo avrebbe sempre avuto il controllo della colluttazione e non si sarebbe trattato di legittima difesa. Inoltre, secondo la Cassazione, la vittima avrebbe affrontato Sadi solo con un mazzo di chiavi in mano, mentre l’autore dell’omicidio possedeva un coltello. In buona sostanza è stata confermata in toto la sentenza di secondo grado. Sadi, che è sempre stato ininterrottamente recluso da metà agosto 2018, con questa sentenza definitiva dovrà scontare in carcere altri cinque anni per l’accusa di omicidio volontario.
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