“Ancora una volta la Basilicata torna alla ribalta per fatti di cronaca legati all’annosa questione dell’inquinamento in Val d’Agri. Scelte che hanno messo a rischio non solo i delicati equilibri ambientali delle aree interessate ma hanno fortemente compromesso interi settori economici legati all’agricoltura e al turismo su cui molte comunità locali avevano fondano la loro sussistenza”.
È quanto scritto in una nota del WWF Basilicata dopo che i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza hanno arrestato un dirigente dell’Eni spa, già responsabile del C.O.V.A. di Viggiano. Sono indagate altre 13 persone fisiche e una persona giuridica, l’Eni, per i reati di disastro, disastro ambientale, abuso d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale e altro.
“Alla luce delle note vicende giudiziarie chiediamo al nuovo governo regionale di valutare la questione anche da un punto di vista politico-amministrativo e di adottare una inversione di marcia – spiega il WWF – In tale ambito vanno a collocarsi oltre all’enorme sversamento di idrocarburi dal Cova a Viggiano anche le questioni delle emissioni in atmosfera del Centro Olio, delle operazioni di reimmissione delle acque di separazione provenienti dal ciclo produttivo del greggio nel pozzo Costa Molina 2, dalla gestione dei rifiuti prodotti all’interno dello stesso Centro Olio Val d’Agri”.
Secondo l’associazione ambientalista, “la contaminazione e la compromissione di 26mila metri quadri di suolo e sottosuolo dell’area industriale di Viggiano è realtà così come è realtà la contaminazione dell’invaso del Pertusillo. I reati ambientali, oltre le gravi ripercussioni sulla biodiversità e sul clima, hanno avuto enormi ricadute sociali ed economiche in un’area di grande pregio naturalistico dove insiste il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese”.
“Si rende sempre più urgente delineare una proposta di modello di sviluppo regionale eco-sostenibile – spiega ancora il WWF – basato sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili non impattanti e valorizzando le opportunità derivanti dall’applicazione dei criteri per l’occupazione e l’ambiente. Certamente l’inchiesta sul petrolio avrà un peso nelle decisioni politiche che la nuova Giunta regionale si appresterà a prendere. Noi crediamo che le opportunità per percorrere un modello green siano possibili soprattutto per offrire soluzioni occupazionali a quei lavoratori che attualmente lavorano negli impianti e nell’indotto petrolifero. Questo 25 aprile anche per noi è la Festa della Liberazione quindi oltre a ricordare la liberazione dell’Italia al nazifascismo vogliamo riflettere sulla liberazione della Basilicata dalle trivelle e dagli inquinatori”.
– Claudia Monaco –
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