Questa mattina in Prima Commissione Affari Generali del Consiglio Regionale della Campania, sono state avviate le audizioni relative alla proposta di legge per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina. E’ intervenuto anche il sindaco di Sala Consilina e Presidente della Comunità Montana Vallo di Diano Francesco Cavallone, il quale ha evidenziato le assurde e ingiustificate motivazioni che determinarono nel 2012 la soppressione del Tribunale.
“È ancora più forte la convinzione a continuare una battaglia difficile, ma necessaria, perché abbiamo il dovere di recuperare un presidio territoriale la cui soppressione, a mio avviso, ha rappresentato un errore legislativo ed una vera vergogna per chi l’ha compiuta. Lo Stato dovrà assumersi le proprie responsabilità e con determinazione andremo avanti a difesa del nostro territorio”. Commenta il consigliere regionale Corrado Matera che ha avanzato la proposta.
E’ intervenuto sulla questione anche il presidente della Commissione speciale Aree Interne e consigliere regionale M5S Michele Cammarano, a margine dei lavori della Commissione regionale Affari Istituzionali. “La proposta di legge alle Camere a firma del consigliere reginale Corrado Matera e sottoscritta da tutti i gruppi, compreso il Movimento 5 Stelle, incardinata oggi in Commissione Affari Istituzionali e che punta alla riapertura del Tribunale di Sala Consilina, è un ulteriore passo avanti in una battaglia che, come Movimento 5 Stelle, portiamo avanti da anni. Un testo che segue quello già depositato in Senato, a prima firma della senatrice M5S Felicia Gaudiano, che mira a una riorganizzazione complessiva della geografia dei presidi giudiziari nel Paese, prevedendo l’apertura, tra gli altri, del Palazzo di Giustizia di Sala Consilina. Un’esigenza, quella di far rinascere un tribunale soppresso per effetto del decreto legislativo del 2012, che si fa sempre più pressante, alla luce dei disagi che da anni vivono cittadini e addetti ai lavori, costretti a emigrare fuori regione per raggiungere il tribunale di Lagonegro e vedersi riconosciuti i propri diritti o per poter svolgere la propria professione”.
“Le due iniziative legislative non sono in contrasto tra loro, ma possono integrarsi. Quella governativa definisce, infatti, i criteri di finanziamento previsti dal Pnrr per la restituzione di presidi di giustizia sui territori che ne sono stati privati con la riforma del 2012 – conclude – Quella incardinata oggi coinvolge le Regioni, che possono ripristinare i tribunali soppressi facendosi carico delle spese di gestione, manutenzione e vigilanza. Per questo proporrò di integrare i due testi, lavorando anche con il livello nazionale, così da accelerare l’iter e restituire alle comunità del Vallo di Diano un tribunale strategico sia per posizione geografica sia perché il diritto alla giustizia sia garantito in tempi adeguati a cittadini dell’intero comprensorio”.