Un lungo e silenzioso corteo di auto, ha accompagnato ieri pomeriggio, a Laviano, il feretro di Elda Penta, la 75enne strangolata da suo marito, Francesco Cifrodelli, 82 anni.
Nel tragitto che dall’obitorio dell’Ospedale di Eboli giunge a Laviano, in occasione dei funerali che si sono svolti presso la Chiesa dell’Assunta, il feretro della donna ha sostato davanti al luogo del delitto, quella maledetta abitazione di Località Campo Piano in cui Edla ha trovato la morte.
Era la notte tra lunedì e martedì, quando Francesco Cifrodelli ha strangolato e ucciso sua moglie Elda Penta, originaria di Colliano. Dopo l’omicidio, l’uomo si è nascosto nello scantinato di casa dove è stato arrestato dai Carabinieri. Restano ancora sconosciuti i motivi dell’efferato omicidio che sarebbe scaturito da una banale lite tra i coniugi. Intanto, l’esame dell’autopsia sul cadavere di Elda ha confermato la morte per soffocamento dovuto allo strangolamento ed inoltre ha rilevato un altro particolare agghiacciante: sembrerebbe, infatti, che l’uomo dopo aver ucciso sua moglie sia salito sul torace del cadavere, procurando alla 75enne delle ecchimosi intercostali.
Un dolore straziante e composto quello figli, Carlo e Fulvia, che davanti a quella casetta di legno, hanno rivissuto i momenti tragici della morte della madre e l’impotenza di non averla potuta salvare.
Ad attendere la bara davanti alla chiesa c’erano amici e parenti con gli occhi gonfi di lacrime, il dolore di quell’assurda morte e tante domande che ieri hanno fatto spazio soltanto alla preghiera. La chiesa era gremita di persone: l’intera Valle del Sele, infatti, si è stretta al dolore dei figli per dare l’estremo saluto alla signora conosciuta e stimata da tutti in paese.
Una tragedia immane che ha sconvolto tutti, anche il parroco Don Giuseppe Zarra: “Nessuno muore sulla Terra finché vive nel cuore di chi resta” così Don Giuseppe ha aperto l’ omelia funebre nella quale ha esortato tutti alla preghiera e alla dolcezza.
Una famiglia, quella di Elda, segnata dal dolore e dai lutti e a cui la vita ancora una volta, ha riservato un destino atroce.
– Mariateresa Conte –
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