Antonio Della Ragione, padre di Crescenzo, il 27enne di Mugnano ucciso da alcuni frammenti di roccia staccatisi dalla parete della discoteca “Il Ciclope” di Marina di Camerota lo scorso 11 agosto, dopo il silenzio dovuto al dolore per la perdita del giovane figlio, lascia al social network Facebook una lunga lettera di considerazioni su quanto accaduto ma anche di ringraziamenti “per quelle persone che mi sono state vicine, anche con un piccolo gesto – scrive – e che mi hanno dato sollievo nell’immane perdita“.
Parla di “assenze istituzionali” Antonio, a cui non se la sente di porgere il suo grazie. “Sono stati solo coerenti con le loro assenze, sia nelle prime ore del tragico evento, che al mio arrivo a Varcaturo – scrive il padre di Crescenzo – Mai visto in ospedale il Sindaco di Camerota o un suo delegato, almeno per dare un segno di solidarietà ‘sua’ e della ‘sua’ città. Siamo stati lasciati soli con il nostro dolore, dovendoci preoccupare persino per un bicchiere d’acqua. Ho visto, poi, che erano stati occupati a concedere interviste televisive piene di ipocrisie e falsità“.
Tra le persone che papà Antonio sente il dovere di ringraziare anche don Gianni Citro, patron del Meeting del Mare e parroco di Camerota, “che ha bandito dalle cerimonie religiose queste ‘presenze istituzionali’“.
Antonio Della Ragione, nella lettera al social, non risparmia i titolari della discoteca in cui il figlio ha perso la vita tragicamente, che non riesce a ringraziare perchè “anche loro troppo impegnati ad oscurare il loro profilo, che non hanno avuto il tempo di esprimere il loro cordoglio e la loro solidarietà. A loro non va il mio grazie, mentre va di diritto al D.J. Dave Clarke che, dovendosi esibire qualche giorno dopo per conto dei gestori de “Il Ciclope” in quella zona, ha rinunziato alla serata in segno di lutto e rispetto della memoria di Crescenzo, segno che il Dio denaro non è poi adorato da tutti“.
Antonio è profondamente addolorato, come può esserlo solo un genitore che perde per sempre il proprio figlio. Al contempo è duro, amareggiato, ma trova pur sempre la forza di apprezzare l’affetto dimostrato da tanti alla sua famiglia. “Il mio cuore e quello di Crescenzo è con quelli che ci sono stati vicino – termina nella lettera – chi non lo ha fatto vivrà con un eterno macigno sulla coscienza, più grande e pesante di quello che ha colpito mio figlio“.
– Chiara Di Miele –
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