Una nuova udienza del processo Shamar si è tenuta al Tribunale di Lagonegro. Il procedimento riguarda infatti il traffico illecito e lo stoccaggio di grandi quantitativi di rifiuti speciali e pericolosi in un complesso industriale non attivo a Sant’Arsenio e lo smaltimento presso aree della foce Sele-Tanagro. È stato accertato anche il trasporto delle cisterne ad Atena Lucana e lo sversamento del contenuto su terreni comunali.
In aula questa mattina c’è stata la discussione dei difensori delle persone coinvolte. Il Pubblico Ministero aveva chiesto condanne da 2 a 7 anni per gli imputati e l’assoluzione della fonte confidenziale. Nella scorsa udienza, invece, gli avvocati del proprietario del fondo e del proprietario dell’azienda industriale dove erano stati stoccati i rifiuti hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti.
Gli avvocati Esposito e Sepe, difensori dei due imprenditori, hanno chiesto anche loro l’assoluzione degli assistiti tenuto conto che non facevano parte dell’organizzazione e, qualora ci fossero stati contatti, possono essere giustificati dal fatto che il figlio dell’indagato principale era a capo di una società di gestione dei rifiuti, operativa dal 2014.
Ha discusso in aula anche l’avvocato Alfonso Giuliano che nella sua tesi difensiva ha dimostrato che il suo assistito, proprietario del furgone, non aveva nessun ruolo nell’ipotetica associazione e a lui è stato prima chiesto di caricare e poi di trasportare dall’impresa i rifiuti. Non sapeva cosa ci fosse all’interno delle cisterne e non era a conoscenza dello sversamento, inoltre all’epoca era anche dipendente della società. Alla luce di questo, anche per lui è stata chiesta l’assoluzione.
E’ stata presentata invece un’istanza per chiedere il rinvio della discussione alla prossima udienza dall’avvocato Roberto Feltra, legale dell’imputato principale e di suo figlio.
La prossima udienza si terrà il 13 febbraio, giorno in cui ci saranno la replica delle discussioni e la sentenza.
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