Sono state tutte rinviate a giudizio le otto persone che ad aprile 2021 sono finite al centro dell’indagine “Shamar” in merito al traffico di rifiuti e inquinamento ambientale nel Vallo di Diano. Sette tra queste vennero colpite da una misura cautelare emessa dal Gip di Potenza.
La decisione è stata assunta oggi dal giudice per le udienze preliminari di Potenza, Salvatore Pignata, che ha sciolto la riserva a seguito dell’udienza tenutasi ieri. Ricordiamo che le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Potenza, su richiesta della DDA nell’ambito dell’operazione Shamar, vennero eseguite all’alba del 12 aprile dello scorso anno dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno nei confronti di 7 persone (una in carcere, cinque agli arresti domiciliari e una sottoposta all’obbligo di dimora).
Le accuse nei confronti di tutti, a vario titolo, sono quelle di traffico organizzato di rifiuti e inquinamento ambientale. Le persone rinviate a processo sono le sette raggiunte lo scorso anno dalle ordinanza più un’ottava persona indagata ma non colpita da misura cautelare. Esclusa l’accusa di disastro ambientale.
Le attività d’indagine sono state coordinate dalla DDA e condotte dal Nucleo Investigativo di Salerno e dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina. Le indagini, come già chiarito lo scorso anno dal Procuratore di Potenza Francesco Curcio, ebbero anche il compito di impedire che i continui sversamenti trasformassero il Vallo di Diano nella nuova “Terra dei fuochi” a disposizione della criminalità organizzata campana. Proprio da qui il nome Shamar, parola ebraica il cui significato può tradursi in “custodire gelosamente, tenere caro, ritenere prezioso”.
Nel corso delle indagini le Forze dell’Ordine nel 2019 intercettarono e sequestrarono 18mila litri di solventi chimici pronti allo sversamento ad Atena Lucana, mentre scavi, campionature ed analisi fatte anche dall’Arpac hanno permesso di certificare terreni avvelenati da precedenti sversamenti. Controlli fatti fare dalla Procura visto che, secondo l’accusa, alcune aziende del Vallo di Diano si sarebbero rivolte all’organizzazione criminosa per uniche finalità di profitto volte al considerevole risparmio dei costi aziendali rispetto allo smaltimento legale dei rifiuti prodotti.
La prima udienza del processo inizierà il prossimo 2 febbraio 2023 davanti al Tribunale di Lagonegro. L’inchiesta Shamar rappresenta un filone di una operazione ancora più ampia, “Febbre dell’Oro Nero”, che sempre il 12 aprile 2021 ha portato all’esecuzione di 45 misure cautelari per associazione mafiosa, frodi in materia di accise e Iva, riciclaggio e intestazione fittizia di beni e società. Questo procedimento è in corso nell’aula bunker del Tribunale di Salerno e vede oltre 50 persone coinvolte.
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