E’ stato condannato a tre anni di reclusione Mustapha Aroui, ex ministro dell’Ambiente della Tunisia, arrestato nel 2020 per il traffico illecito di rifiuti che ha visto coinvolto anche il nostro Paese.
La vicenda risale all’estate 2020, quando le dogane tunisine scoprirono questi rifiuti domestici, la cui esportazione è vietata dalla legislazione di Tunisi e dalle convenzioni internazionali, ma presentati amministrativamente dall’azienda importatrice come rifiuti plastici non pericolosi. Sul caso venne aperta in Tunisia prima un’indagine amministrativa, successivamente una penale con 26 persone indagate per corruzione, compresi i funzionari della dogana e l’ex ministro dell’Ambiente, Mustapha Aroui, che venne arrestato.
Dalla Campania erano partiti 280 container colmi di rifiuti e sono rimasti per diverso tempo nel porto di Sousse; lo scorso febbraio una nave carica di 213 container contenenti rifiuti domestici, e non plastici come da “accordi”, importati illegalmente da una società tunisina nel Paese africano, sono ritornati in Campania dopo un accordo tra le due nazioni, approdando al Porto di Salerno. Dopo non poche polemiche e proteste, poi, i container hanno raggiunto la caserma militare di Persano per la caratterizzazione. La sorte del resto dei container è in corso di consultazione poiché sono stati danneggiati da un incendio a dicembre del 2021.
Dunque, come si apprende dai media locali, la Camera Penale del Tribunale di primo grado di Tunisi ha condannato a tre anni di reclusione l’ex ministro dell’Ambiente Mustapha Aroui. Altre tre persone coinvolte nello stesso caso sono state condannate alla stessa pena, mentre un dirigente del Ministero dell’Ambiente tunisino è stato condannato a dieci anni. Il titolare dell’impresa di importazione di rifiuti è stato condannato, in contumacia, a 15 anni di reclusione. Tutti gli altri imputati hanno beneficiato di un licenziamento, compreso l’ex ministro Chokri Belhassen.