Nel corso di tre perquisizioni eseguite ieri in provincia di Potenza dalla Digos nell’ambito di un’operazione contro un’associazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista denominata “Ordine di Hagal”, con sede a Marigliano in provincia di Napoli, sono stati sequestrati materiale di propaganda e armi bianche illecitamente detenuti. In particolare le perquisizioni sono state eseguite a Potenza e nell’area del Vulture Melfese. Perquisizioni eseguite anche nel Salernitano.
Quattro persone sono state arrestate per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Eseguite anche 26 perquisizioni domiciliari e informatiche nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone nei confronti di altre persone, alcune indagate e altre emerse dalle indagini, poiché in contatto con gli arrestati attraverso i social e i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista. Le misure cautelari sono state eseguite da Polizia di Stato, Digos di Napoli e Direzione centrale della Polizia di Prevenzione-Ucigos con il Servizio Postale e delle Comunicazioni, dopo il provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica.
Dai servizi tecnici di captazione è emersa la volontà di alcuni degli indagati di compiere eclatanti azioni violente sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle Forze di Polizia. In alcune chat i membri parlavano di attentati contro civili, ma anche contro la caserma dei Carabinieri a Marigliano. Durante le fasi dell’indagine è stata possibile la raccolta di materiale di propaganda, proiettili, armi soft air, abbigliamento tattico e ulteriori importanti elementi indiziari che hanno suffragato la tesi investigativa. Dall’analisi dei dispositivi informatici sequestrati è emerso un canale Telegram, denominato “Protocollo 4”, elemento di contatto fra gli iscritti all’ Ordine di Hagal e costante strumento di diffusione e propaganda di teorie naziste, negazioniste, violente e suprematiste.
Contatti diretti e frequenti con formazioni ultranazionaliste ucraine come Battaglione Azov, Pravi Sector, Centuria, verosimilmente in vista di possibili reclutamenti, sono emersi tra gli appartenenti all’organizzazione e uno degli indagati, al momento non reperibile, secondo gli investigatori si trova in Ucraina proprio con il Battaglione Azov. Lo ha reso noto la Questura.
Tra le attività delle persone coinvolte nell’inchiesta ci sono campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo attraverso chat e canali di messaggistica istantanea, in particolare Telegram. Ma anche addestramento paramilitare all’estero con corsi di addestramento al combattimento corpo a corpo e all’utilizzo di armi da fuoco.