“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e nel lavoro della magistratura. Per parte mia ho soltanto difeso la mia dignità di donna ed il mio ruolo pubblico a servizio della comunità di Ruoti”. Sono le parole di Annamaria Scalise, sindaco di Ruoti, a poche ore dal terremoto giudiziario che ha toccato la sua comunità, con ben 16 arresti che riguardano due filoni di inchiesta, di cui uno, il principale con 12 indagati, che tocca proprio lei come persona offesa.
Secondo la Procura di Potenza, gli indagati avrebbero messo in atto azioni di vario genere per danneggiare la reputazione del Sindaco di Ruoti e in altri casi anche dell’assessore Franco Gentilesca, arrecando loro uno stato di ansia, con denunce risultate poi infondate, chiacchiericci, attività di stalking, minacce e, in alcuni casi, anche pedinamenti e indagini con il coinvolgimento di un carabiniere per fare degli accertamenti sugli amministratori. Sono solo alcune delle accuse mosse nei confronti di Angelo Salinardi, ex sindaco di Ruoti e attuale consigliere comunale di minoranza, arrestato all’alba di oggi insieme ad altre 15 persone, tra cui altri tre consiglieri di minoranza, appartenenti alle Forze dell’Ordine, dipendenti comunali e funzionari della Regione Basilicata.
Due indagini parallele, con la principale (riguarda 12 indagati su 16) che vede come parte offesa Annamaria Scalise. Anni difficili, gli ultimi, per lei e l’Amministrazione comunale, in un clima politico sempre caldo e acceso come quello ruotese. Gli indagati sono anche accusati di aver diramato comunicati stampa non veritieri e aver fatto eseguire un accertamento su un sistema informatico del Ministero dell’Interno per capire se il Sindaco si trovava in una struttura ricettiva con un assessore. Circostanza messa in giro da alcune voci, ma risultata totalmente infondata, tesa solo a colpire la reputazione degli amministratori. L’obiettivo, secondo le indagini, era quello di paralizzare l’attività amministrativa e ottenere le dimissioni del Sindaco e della sua Giunta. Che, però, non ha mai mollato e sempre denunciato queste circostanze.
Durante le indagini, Salinardi e gli indagati hanno anche scoperto un microfono installato dagli investigatori in un’automobile, utile alle indagini. Infatti, tra gli indagati, anche Luigi Scaglione e Davide Maletesta, rispettivamente responsabile ufficio stampa della Provincia di Potenza e carabiniere della Compagnia di Potenza, che avrebbero, unitamente a un dirigente della Regione, Giuseppe Antonio Lavano, e in particolare su richiesta di Scaglione, fatto fare una bonifica di autoveicoli e uffici per depistare le indagini. Al carabiniere viene contestata anche la circostanza di aver fatto un accertamento abusivamente.
“I fatti emersi – ha aggiunto il sindaco Scalise a Ondanews – parlano da soli. Oggi mi viene restituita la mia onorabilità. Non avrei mai immaginato di dovermi difendere da comportamenti così aggressivi e sono rattristata per la parabola umana di persone a cui non ho inteso mai procurare un benché minimo danno e verso cui non porto nè porterò mai rancore. Alla luce di quanto accaduto avverto ancor di più la responsabilità di chi esercita un ruolo pubblico e la necessità di impegnarsi per il bene della propria comunità”.
Inoltre, Angelo Salinardi e Rosario Famularo (ex responsabile Ufficio tecnico) sono accusati di aver ricevuto denaro da Giuseppe Teta, responsabile di una casa di riposo, per la somma di circa 2000 euro al mese, quale compenso per aver ottenuto provvedimenti amministrativi illegittimi ma vantaggiosi per la cooperativa.
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