In carcere per scontare un residuo di pena di 11 mesi. Roberto Squecco, l’imprenditore di Capaccio Paestum già coinvolto nell’inchiesta su intestazioni fittizie e bandi pilotati scaturita dopo il chiacchierato corteo di ambulanze che nel 2019 fu utilizzato per festeggiare l’elezione del sindaco Franco Alfieri, nei giorni scorsi è entrato nella Casa Circondariale di Terni. Come si legge su “La Città di Salerno”, era in Umbria per motivi di salute.
I suoi avvocati hanno già avanzato ai giudici istanza di concessione di misure alternative e nei prossimi giorni verrà discussa.
Squecco, rinviato a giudizio insieme ad altri 8 per l’inchiesta sulle ambulanze, dovrà scontare questo residuo di pena per fatti risalenti al 2014, quando la Procura di Salerno dispose l’arresto di 6 persone per un giro di usura ed estorsioni alle attività della zona che va da Capaccio a tutta la Piana del Sele. La rete era guidata dal boss Giovanni Marandino e tra le persone arrestate figurava anche Squecco, imprenditore delle onoranze funebri.
Scelse il rito abbreviato e così in primo grado fu condannato a 6 anni e in Appello a un anno e 10 mesi. La Cassazione dispose il rinvio alla Corte d’Appello per valutare se quella pena potesse essere scontata nella forma semi-detentiva.
Squecco era stato indagato per le minacce con cui aveva tentato di farsi consegnare 70mila euro da un altro imprenditore del suo stesso settore.