Nelle prime ore della mattina, a Eboli, i Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre indagati, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di tentata estorsione, lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e, per due di loro, anche del delitto di calunnia.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata nel maggio scorso dopo la denuncia presentata da due commercianti ebolitani. L’attività investigativa, condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e dalla Compagnia di Eboli, agli ordini del Capitano Luca Geminale, attraverso metodi tradizionali e con il supporto di attività tecniche ha portato all’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza a carico di tre uomini contigui al clan Maiale, attivo in passato nella Piana del Sele.
In particolare, è emerso che l’8 maggio scorso gli indagati, tra i quali figura anche Giovanni Maiale, nipote dell’omonimo capo clan, hanno posto in essere un tentativo di estorsione ai danni dei due titolari di un supermercato di Eboli (che hanno subito sporto denuncia), minacciandoli con l’utilizzo di un chiaro metodo tipico della criminalità organizzata di tipo camorristico, ovvero evocando la loro appartenenza al clan stesso. Nella circostanza gli indagati hanno intimato alle vittime di consegnare loro mensilmente delle somme di denaro ed hanno anche aggredito fisicamente uno dei due commercianti, provocandogli lesioni guaribili in 20 giorni.
Dopo l’accaduto, i tre hanno tentato di sviare le indagini e sottrarsi alle loro responsabilità. Infatti qualche giorno dopo, due di loro (che dovranno rispondere anche del reato di calunnia) si sono recati presso la locale Stazione dei Carabinieri e hanno sporto una querela per lesioni personali nei confronti dei proprietari del supermercato con cui avevano avuto una colluttazione, dichiarando falsamente di essere stati vittime di minacce e aggressione da parte degli stessi. Le immagini del sistema di videosorveglianza installato nell’esercizio commerciale hanno dimostrato senza ombra di dubbio che i fatti si erano svolti diversamente e precisamente come raccontato dai gestori del supermercato.
Nel corso delle indagini è stata documentata la disponibilità, da parte di Giovanni Maiale, di una pistola illecitamente detenuta e portata in luogo pubblico.
– Chiara Di Miele –