Nel giorno del ricordo delle vittime delle Foibe il Comune di Teggiano ha voluto rendere omaggio alla memoria del concittadino Giuseppe Morello. Agente di Pubblica Sicurezza, oggi Polizia di Stato, Giuseppe alla fine del 1944 fu trasferito da Milano a Monfalcone, all’epoca in provincia di Trieste, oggi Gorizia. Lì perse la vita, ma la famiglia ne ebbe la certezza molti anni dopo.
A raccontare la sua storia è il nipote che porta il suo stesso nome. “Mio padre ha voluto darmi il nome di suo fratello per eternare la sua esistenza” afferma commosso.
Dell’agente di Polizia la famiglia ricevette le prime notizie tramite lettere inviate da una donna con cui probabilmente Giuseppe intratteneva una liaison. La corrispondenza con Rosa, la mamma dell’agente, inizia con la notizia che Giuseppe era stato preso dai militari, ma senza specificare chi fossero. Lo scambio di lettere durò 2 o 3 anni nei quali non giunsero comunque notizie certe. Nel terzo anno di scambio epistolario la donna comunica a Rosa che nei luoghi in cui viveva si iniziavano a rinvenire delle fosse e temeva che lì ci fosse anche il teggianese. Rosa, molto legata al figlio, ripone ancora speranza in un ritrovamento e aspetta fino al 1960. Solo due anni dopo, nel 1962, arriva la sentenza del Tribunale di Sala Consilina che dichiara la morte presunta dell’agente Morello.
Il corpo di Giuseppe non è mai stato trovato, ma le notizie certe della sua morte nelle Foibe giungono da una lista delle vittime messa a disposizione della Slovenia nel 2007. Così, il nipote Giuseppe si mette in contatto con Gorizia che conferma la morte avvenuta il 3 maggio 1945, nell’allora territorio jugoslavo. Nel 2008 il Presidente Napolitano ha ricevuto i familiari dei militari a cui è stata consegnata una medaglia. Il Comune di Teggiano già 3 anni fa ha voluto dare nuova ed eterna vita a Giuseppe Morello a cui è stata intitolata una via di fronte al complesso della Santissima Pietà. Proprio lì questa mattina, con un corteo a cui hanno partecipato gli studenti delle terze classi della Scuola secondaria di primo grado “Giovanni Pascoli” e due agenti dell’Associazione Polizia di Stato, è stata posta una corona di fiori commemorativa. Sia il sindaco Michele Di Candia che il consigliere comunale Conantonio D’Elia hanno rimarcato quanto l’eccidio delle Foibe fosse stato rimosso dalla narrazione storica. Ricordiamo che le Foibe erano un buco in cui le persone venivano gettate e lasciate morire.
“Non abbiamo potuto fare a meno che Giuseppe diventasse un esempio. – dice Conantonio D’Elia – Mai più morti, mai più cose assurde come la guerra. Il nome di Giuseppe Morello deve essere un monito per voi ragazzi“. Il messaggio accorato rivolto ai giovani studenti: “Quando crescete fate in modo che non vi sia più la guerra“.
“È giusto che la comunità riconosca quanto è successo in quel periodo. -afferma il sindaco Di Candia – Lancio un appello alla Scuola affinché si organizzi un convegno di rilievo sulla storia delle Foibe che ha colpito anche il nostro concittadino Giuseppe“.
Molto sentito il ricordo degli agenti della Polizia di Stato presenti all’evento: “Ho iniziato il mio percorso proprio lì dove Giuseppe ha perso barbaramente la vita. Sono andato a vedere le Foibe e ne sono rimasto disgustato“. Ancora un appello agli studenti e agli altri presenti: “Ricordate il passato per affrontare meglio il futuro ed essere costruttori di pace“.
La commemorazione è terminata con le parole toccanti del nipote Giuseppe che ha ricordato quanto sua nonna vivesse, fino all’ultimo respiro, nel ricordo del figlio. “Figlio mio, somigli tale e quale a Peppe, il nome è stato azzeccato” diceva Rosa.