La decisione di dare incarico ad un nuovo perito per fare chiarezza sulle cause della morte della piccola Aurora Babino è andata contro ogni previsione su quello che sarebbe stato l’esito del processo con rito abbreviato a carico di 4 degli 8 medici in servizio all’ospedale di Polla accusati di concorso in omicidio colposo.
La decisione del GUP ha spiazzato tutti, soprattutto gli imputati che si aspettavano una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto. L’ottimismo era dettato dal fatto che a scagionare i medici era una perizia disposta dal tribunale e la richiesta di assoluzione fatta anche dal PM. Elementi questi che però non hanno convinto il giudice che, dopo una camera di consiglio durata circa 3 ore, ha disposto con una ordinanza la nomina di un nuovo consulente.
Il dott. Bloise ha motivato la sua scelta evidenziando nel provvedimento alcuni aspetti poco chiari ed in alcuni casi, secondo il magistrato, contraddittori della perizia precedente effettuata dal prof. Albero Villani dell’ospedale “Bambin Gesù” di Roma. Sono 3 i punti che non hanno convitno il GUP: 1) la poca chiarezza dei motivi per i quali la morte sia dovuta ad uno shock irreversibile; 2) la poca chiarezza nella perizia in merito ad un farmaco antipiretico somministrato alla bambina 3) la disidratazione della bambina ed il peso della piccola prima dell’ingresso in ospedale, dopo le dimissioni e subito dopo il decesso. Sulla base di questi dubbi il magistrato ha deciso di nominare nei prossimi giorni un nuovo consulente.
Il prof. Villani nelle conclusioni della perizia, composta da 38 pagine, aveva scritto che “Non è possibile rinvenire un qualsiasi rapporto causale nella condotta dei medici imputati rispetto alla morte di Babino Aurora”. I medici secondo l’accusa avrebbero operato con negligenza causando la morte della bambina, dovuta a shock irreversibile conseguente a squilibrio idro-elettrolitico causato da perdita di liquidi e sali a causa di vomito e diarrea. L’accademico nella sua perizia invece sostiene che l’ipotesi accusatoria della disidratazione che poi ha portato ad uno shock irreversibile che ha quindi causato la morte non ha nessun fondamento perché se c’è stata disidratazione la bambina avrebbe dovuto perdere peso, cosa che non si è verificata pertanto la disidratazione è da escludere. Inizialmente ad essere colpiti da avviso di garanzia erano state 22 persone tra medici ed infermieri in servizio negli ospedali “Curto” di Polla e Santobono di Napoli.
La piccola è deceduta il 3 marzo del 2011 nel nosocomio partenopeo dove era stata ricoverata in condizioni disperate dopo un doppio ricovero all’ospedale di Polla. L’inchiesta era partita subito dopo la morte della bambina, le indagini sono state portate avanti dalla Procura della Repubblica di Sala Consilina ora soppressa e accorpata a quella di Lagonegro. Aurora Babino e’ stata ricoverata a Polla dal 15 al 21 febbraio 2011 per convulsioni e stando a quanto emerso dalle indagini dopo il ricovero a Polla aveva avuto frequenti episodi di vomito e diarrea ed il giorno seguente alle dimissioni, il 22 febbraio del 2011, le sue condizioni erano peggiorate tant’è che i genitori l’avevano portata nuovamente al Curto dove era arrivata in coma e con una grave insufficienza respiratoria tanto da rendere necessario il ricovero in rianimazione.
L’aggravarsi del quadro clinico aveva necessario il trasferimento al Santobono di Napoli dove è poi deceduta il 3 marzo 2011. A distanza di circa un anno dalla morte per fare chiarezza sulle cause del decesso era stata anche effettuata la riesumazione della salma della bambina.
– Erminio Cioffi –