Il Vallo di Diano continua a sfornare giovani talenti in vari ambiti, spesso particolarmente interessanti per le diverse sfaccettature offerte dalle loro professionalità e abilità.
E’ il caso di Rosalia Lo Buglio, 25enne di Teggiano, laureata in Biologia all’Università degli Studi dell’Aquila e con all’attivo un master in Genetica Forense conseguito presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Rosalia è una genetista forense. Per i non addetti ai lavori il genetista forense è colui che, sulla scena di un crimine ad esempio, si occupa di analizzare le tracce biologiche ritrovate. Un po’ come molti si sono ormai abituati a vedere nella famosa serie televisiva “C.S.I.”.
La giovane teggianese è una specialista di DNA soprattutto in caso di stupri o di test di paternità e test prenatali non invasivi. “Sono dei test fatti al posto dell’amniocentesi – ci spiega Rosalia – che anziché l’introduzione dell’ago per prelevare il liquido amniotico prevedono semplicemente la tecnica di un prelievo sanguigno alla madre che porta in grembo il bambino. Quindi non ci sono problemi di contaminazione esterna“.
“Il test prenatale non invasivo – continua – consiste dunque nel prelievo di sangue dal quale vengono fatte le analisi genetiche sul bambino sfruttando la circolazione sanguigna che avviene tra madre e feto. Dalle analisi genetiche si può risalire alle alterazioni presenti sui cromosomi e quindi capire le problematiche che potrebbe avere il bambino, tipo la sindrome di Down“.
La giovane biologa al momento è consulente tecnico d’ufficio al Tribunale di Lagonegro per i riconoscimenti e disconoscimenti di paternità e analisi su misto biologico e ci racconta come mai ha deciso di tornare nel Vallo di Diano e, soprattutto, da cosa nasce la scelta di questo particolare genere di professione. “Mi è sempre piaciuto l’ambito forense – dice Rosalia – Ormai per i biologi lavorare in ospedale è impossibile e nei laboratori privati è difficile. Ho preferito quest’ambito perché essendo molto ristretto mi auguro di poter lavorare di più“.
– Chiara Di Miele –