Nei giorni scorsi lungo la SP 11 del Corticato, nel territorio di Teggiano, si sono verificate diverse lesioni al manto stradale, causate da alcune “frane per scorrimento“. La geologa Marianna Iannone ha chiarito come si verificano questi eventi, come è possibile prevenirli ed ha inoltre ricordato un evento simile accaduto in passato.
“Le frane sono causate dalle piogge abbondanti e dallo scioglimento della neve – ha spiegato Iannone -. L’area in questione, come possiamo evincere dal sito dell’Ispra, progetto IFFI, è circoscritta come una zona con pericolosità molto elevata e di conseguenza anche ad elevato rischio idrogeologico. Attualmente la SP 11 è chiusa al transito; si sono evidenziate in pochi giorni tre nicchie di frana: due in prossimità del manto stradale al km 84, che rispettivamente hanno un’ampiezza di 20 e 22 metri, e la terza, poco più avanti, ha la nicchia sul manto stradale, in apertura, che trasla su via Pozzale”.
In questi giorni di tregua per quanto riguarda le precipitazioni, sia piovose che nevose, le condizioni della strada e quindi dei fenomeni franosi hanno rallentato un po’ la corsa; in realtà continuano a traslare in maniera visibile ma lentamente rispetto a quanto si possa pensare se dovesse piovere di nuovo. A rischio, però, ora c’è anche via Pozzale, parallela sottostante alla SP 11 del Corticato: “La strada è a rischio in quanto la terza frana trasla proprio in quella direzione. Dove ci sono le abitazioni sono stati fatti degli interventi già in passato ma il contenimento realizzato è in traslazione verso il torrente Bucana“.
Già in passato si è verificata una frana lungo quella strada, con detriti che hanno interessato i terreni sottostanti, infatti la geologa ha sottolineato che “la storia insegna sempre. Facendo alcune ricerche su un reperto importante presente nella chiesa di San Marco sono venuta a conoscenza, anche grazie al prezioso suggerimento di un’amica e al presidente del Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano, di fonti storiche riguardanti gli eventi franosi o alluvionali accaduti in quella zona. Partendo, infatti, dal mosaico romanico (opus tessellatum) presente sotto alla torre campanaria della chiesa di San Marco, ho trovato nel libro di Cono di Gruccio ‘Chiesa ed ambiente rurale: la parrocchia di San Marco nel 50° di fondazione’ un passo in cui si parla di un’alluvione che nel III secolo a.C. distrusse l’intero presidio abitativo romano nelle località di San Marco, San Salvatore e Brecciale. Fu un’alluvione catastrofica a quanto si legge. Bisognerebbe fare uno studio stratigrafico per appurare l’effettivo deposito di tale evento, ma quanto trovato in questo testo non è da sottovalutare, a prescindere dalla considerazione di nascita storica del paese di Teggiano e dal racconto dello squarcio della montagna da cui prende il nome anche al torrente. La memoria storica popolare, seppur accresciuta dall’enfasi, ha sempre una parte di verità. La probabilità che possa verificarsi un altro evento così disastroso è da escludersi, ma sicuramente, soprattutto in seguito agli eventi alluvionali, le numerose frane che si verificano lungo i versanti del torrente Bucana non sono improbabili. Gli abitanti di quel luogo conoscono benissimo la portata del torrente e quanti detriti porta a valle in caso di copiose piogge”.
La prevenzione resta sempre il miglior modo per attenuare tali eventi: “Bisogna prendere in considerazione la carta dei rischi – conclude Iannone – e prendere in carico ogni fenomeno valutando le possibili soluzioni affinché possano contenersi i disastri”.
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