A Teggiano le urne hanno premiato Michele Di Candia, tornato ad essere sindaco della cittadina dopo aver già ricoperto tale carica dal 2004 al 2014. A pochi giorni dalle elezioni comunali abbiamo posto delle domande al candidato sindaco sconfitto, nonché primo cittadino uscente Rocco Cimino, ripropostosi dopo la caduta dell’amministrazione da lui guidata per 21 mesi.
- Si aspettava qualcosa in più in termini di consensi? E’ rimasto deluso dal risultato?
“Confidavo in uno scatto di orgoglio più perentorio da parte della comunità teggianese. Probabilmente, però, non c’è stato nemmeno il tempo sufficiente perché tutti potessero capire cosa era veramente successo e quali fossero le reali cause dello scioglimento anticipato della legislatura. Se gli elettori avessero avuto una pausa più lunga per riflettere, non ci sarebbe stato quel clima di confusione che avrebbe consentito alle bugie o alle vuote promesse di accrescere i consensi”.
- Cosa ritiene che l’abbia maggiormente penalizzata?
“Come già detto, innanzitutto il tempo. Quello che è mancato perché riuscissimo a trasmettere il nostro messaggio, a far capire le nostre ragioni e poi la delegittimazione, a più mani, riversata sulla persona più che sul progetto e la paura di alcuni di sentirsi veramente liberi di esprimersi”.
- Da cosa sarà caratterizzata l’attività della minoranza consiliare nei prossimi 5 anni?
“Da un’opposizione seria, costante e senza nessuno sconto, nel rispetto dei tanti che hanno creduto nel nostro progetto. Inoltre continueremo ad essere momento di aggregazione dei giovani, di quanti ci hanno sostenuto in questa campagna elettorale e di tutti quelli che hanno creduto nella nostra idea di rinnovamento”.
- E’ stata la sua ultima candidatura?
“Sì, anche se questi cinque anni mi vedranno comunque in prima linea, nell’obiettivo di rafforzare il nostro gruppo per poter essere vincenti alla prossima competizione elettorale”.
- Se dovesse tracciare un bilancio di questi 2 anni, da maggio 2014 a giugno 2016, quale sarebbe?
“Direi estremamente positivo. In circa 20 mesi, pur sulla graticola per ricorsi, costituzione di gruppi, abbiamo dato segnali importanti di rinnovamento, avviato numerosi progetti, fatto quadrare i conti, razionalizzato la spesa ed avviato a risoluzione parecchie situazioni critiche ereditate. Soprattutto abbiamo riavvicinato la gente alla casa comunale e ridato visibilità istituzionale al paese. Se fosse stata rispettata la volontà popolare e avessimo amministrato per i restanti 3 anni, ci saremmo potuti anche vantare di aver creato concrete prospettive di sviluppo economico e sociale per Teggiano. Se la legislatura non fosse stata prematuramente interrotta, avremmo adottato il motto di un giovane economista italiano professore a Berkeley:’Il nuovo lavoro nasce dove ci sono le idee’. E con le nostre idee Teggiano si sarebbe rinnovata e trasformata in una cittadina moderna, evoluta e progressista”.
- Sente di ringraziare qualcuno in particolare?
“La mia famiglia, i tanti elettori che si sono sentiti liberi di sceglierci, tutti quelli che hanno sostenuto il progetto con forza, mettendosi in prima linea in una battaglia difficile, candidati e non, senza chiedere ma soltanto profondendo con grande generosità il loro impegno. E poi in modo particolare i tanti giovani che ci hanno seguito in modo entusiastico e che hanno letto nel nostro programma un grande segnale di speranza”.
– Cono D’Elia –