Mezzo secolo al servizio di una comunità, rappresentando un punto di riferimento, vivendo e condividendo gli avvenimenti ed i cambiamenti sociali e politici del paese. Stiamo parlando di don Cono Di Gruccio, parroco di Teggiano. A novembre prossimo festeggerà i 48 anni di sacerdozio nella frazione San Marco per poi, a fine anno, lasciare l’incarico. Con lui abbiamo parlato, tra le altre cose, dei momenti più significativi di questo mezzo secolo, del parroco che gli subentrerà e dell’attualità.
- Cosa vuol dire far parte di una comunità per quasi 50 anni?
Vuol dire vivere tutti i singoli momenti, conoscere le dinamiche e rapportarsi con le diverse generazioni. La comunità di San Marco è la mia vita. Ho battezzato e sposato molte persone ed ho fatto lo stesso con i rispettivi figli. C’è un rapporto di affetto con tanti. La cosa più importante e bella è stata ed è la stima e la vicinanza della gente. Ho scritto un libro sui primi 50 anni della Parrocchia di San Marco. Il secondo si dovrebbe scrivere nel 2040. Spero di poterlo fare…
- Qual è stato il momento più difficile?
L’inizio è stato duro. Ci sono state anche delle malelingue e delle lettere anonime contro di me ma, anche grazie al sostegno del Vescovo di allora, sono riuscito a superare le difficoltà. Dopo i primi due anni complicati, sono arrivate le soddisfazioni. Nel 1971, dopo tanti anni di lotta, abbiamo inaugurato l’ufficio postale ed è stata una preziosa conquista, così come la nuova chiesa di San Raffaele. Grandi soddisfazioni ci hanno regalato anche il complesso musicale di ragazzi tra i 9 ed i 13 anni, la squadra di calcio ed il campetto sportivo in località “Due madonne”. Non posso dimenticare le missioni popolari, il giornale “Pendici Verdi” e la viva presenza della ACLI e della Coldiretti. E una grande gioia ci ha regalato la permanenza a San Marco della reliquia del sangue di San Giovanni Paolo II a cui è seguita l’ostensione permanente di una ciocca di capelli del Papa santo
- Dopo 48 anni ha deciso di lasciare. Arriverà don Vincenzo Gallo
Lascerò a fine anno, nonostante gli inviti di tanti ad arrivare ai 50 anni di servizio parrocchiale. Mi dispiace lasciare ma sento il dovere di farlo. C’è stanchezza in me. Dal 1° gennaio il nuovo parroco di San Marco sarà don Vincenzo Gallo. Ho comunicato al Vescovo la decisione di non farmi affiancare prima di tale data, come era stato deciso, perché credo sia giusto così. Introdurrò gradualmente don Vincenzo nella nuova realtà, in modo da farlo conoscere alla comunità. Dal 1° gennaio ci sarà solo lui anche perché la mia presenza sarebbe troppo ingombrante. Sarò, comunque, sempre disponibile per la comunità ma come amico, non più come parroco
- Com’è Teggiano oggi rispetto a 30 anni fa?
Sono tante le differenze. Sotto il profilo della fede, la frequentazione è diminuita. Prima c’era maggiore entusiasmo religioso e sociale. I ragazzi frequentavano e mi stavano incollati. Basti pensare che una volta nella mia auto ne ho messo ben 15. La società di oggi non ha molti valori. Sembra una macchina impazzita senza freni. Si è perso il senso della misura. Ciò vale, per esempio, per i matrimonio tra gay e altre cose che impensieriscono molto. Si sta rischiando di distruggere la famiglia
- Qual è stato il suo rapporto con la politica?
Sono stato un democristiano convinto. Mi sono interessato alla politica soprattutto per quel che ha riguardato i giovani. Negli anni ’90 avevamo costituito il “gruppo del dialogo” e facevamo degli incontri a cui partecipavano tanti neolaureati e laureandi. Tanti brillanti giovani provenienti dalle diverse frazioni di Teggiano. Era una scuola socio-politica informale dalla quale sono venuti fuori diversi protagonisti attuali e passati della scena politica teggianese
- Legandoci all’attualità, è stata disposta la chiusura dell’ufficio postale di San Marco. Dopo la conquista, nel 1971, ora si è chiamati ad una nuova battaglia
Si, è una battaglia che dobbiamo vincere. Non è accettabile che una comunità popolosa e risparmiatrice come quella di San Marco resti senza un servizio così importante. E’ una decisione assolutamente insensata e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per evitare che ciò che possa accadere.
– Cono D’Elia –