“In questa settimana abbiamo formalizzato la presentazione della proposta di legge per le ‘Disposizioni relative alle attività di tatuaggio e piercing’. Siamo soddisfatti. Una legge sicuramente serviva e noi abbiamo lavorato a quest’idea con la necessità di un riscontro da parte del mondo dei lavoratori del settore che audiremo durante l’iter legislativo che avverrà nella commissione competente”. Così i consiglieri del gruppo regionale lucano di Forza Italia, Francesco Piro, Vincenzo Acito e Gerardo Bellettieri, annunciano la loro iniziativa legislativa che detta “Disposizioni relative alle attività di tatuaggio e piercing”.
“Le attività di tatuaggio e di piercing – spiegano – sono arti con origini molto antiche e sempre molto richieste, sono anche attività che mettono in gioco la salute e che devono essere portate avanti con il massimo dell’attenzione, dello scrupolo e della formazione. Per questo abbiamo inteso presentare una proposta di legge che, richiamando e integrando le linee guida del Ministero della Salute ed inserendosi nell’ottica della legiferazione già portata avanti da altre Regioni, nasce per sopperire a un vuoto legislativo nazionale. E’ noto, infatti, come ad oggi non esista in Italia una legislazione specifica che regolamenti in modo organico l’attività di tatuaggio e piercing”.
Si tratta di un provvedimento che si compone di 13 articoli che coprono le lacune esistenti e indicano un corretto svolgimento delle attività e le condizioni di sicurezza e professionalità necessarie per operare. In particolare si prevede il raggiungimento dei 18 anni di età o inferiore, purché però in possesso di qualifica professionale, in attuazione del diritto-dovere all’istruzione o alla formazione professionale e il diploma di scuola secondaria di primo grado. I corsi formativi dovranno prevedere un corso teorico-pratico di almeno 800 ore per l’esercizio delle attività di tatuaggio, di cui 200 di esercitazioni pratiche, mentre per le attività di piercing 300 ore. Inoltre tutti i corsi dovranno essere portati avanti da soggetti accreditati che sono tenuti a partecipare periodicamente a corsi di aggiornamento. Il documento prevede anche specifici divieti, come quello di svolgere queste attività in forma ambulante; l’attività temporanea, invece, è regolamentata con la “Segnalazione certificata di inizio attività”. Per qualsiasi violazione delle normative sono previste anche sanzioni pecuniarie.
“Serve la massima informazione da parte degli esecutori di queste pratiche – proseguono i consiglieri – sia sulle caratteristiche dei prodotti utilizzati che sui potenziali rischi per la salute e sulle precauzioni da tenere dopo l’effettuazione del tatuaggio o del piercing. Solo fino a sei anni fa un sondaggio aveva contato circa 7 milioni di italiani tatuati e se la maggioranza delle persone si rivolge a un centro specializzato, sono più del 13% quelli che si affidano a canali non ufficiali, esponendosi a un rischio concreto di infezioni. E’ per questo che migliorare queste attività attraverso una legge permette non solo di elevarne la dimensione creativa, ma anche garantire la qualità degli interventi, soprattutto in questa fase di Covid che richiede il rispetto delle procedure di sanificazione individuale previste”.
“Ci auguriamo – concludono Piro, Acito e Bellettieri – che le associazioni di categoria ci accompagnino nel percorso di consultazione insieme ad altri operatori del settore, con la speranza non solo di una rapida approvazione della legge, ma soprattutto per lo sviluppo di un dibattito utile, anche a livello nazionale, per il riconoscimento di questa forma d’arte. Sì, perché il tatuaggio non è solo un ornamento, ma una forma di espressione artistica che in alcuni casi viene effettuata con finalità mediche, per camuffare alcune patologie della pelle o cicatrici dovute a interventi chirurgici. Questo rende più speciali le donne che decidono di ripartire e tornare a sentirsi belle. L’arte, quindi, diviene uno strumento di cura”.