“Tangentopoli – 25 anni dopo” è stato il tema della relazione dell’ex magistrato Antonio Di Pietro, ospite oggi presso l’Università degli Studi di Salerno.
Il dibattito ha avuto inizio con i saluti di Aurelio Tomasetti, Rettore dell’Università di Salerno, seguito dagli interventi degli altri relatori presenti al convegno, tra cui Giuseppe Lucibello, avvocato penalista, Pietro Cavallo, docente di Storia contemporanea, Gigi Di Fiore, giornalista de Il Mattino e il giornalista Sandro Ruotolo tramite un contributo video.
Durante la discussione si è proceduto alla lettura di alcuni brani scritti da varie personalità sul tema del processo ‘Mani pulite’, tra cui il commento di Aldo Grasso sul processo alla politica e alla televisione operato negli anni di “Tangentopoli”.
Rilevante l’analisi dell’ex magistrato Antonio Di Pietro che ha condiviso con la platea la sua esperienza diretta sul tema Tangentopoli e sul periodo successivo fino all’attuale momento storico. “Il magistrato del Pubblico Ministero – ha spiegato Di Pietro – ha il dovere di esercitare l’azione penale, sia che si tratti di un reato minore, sia che invece si profili un reato che riguardi le personalità politiche e imprenditoriali perché la legge è uguale per tutti”
“Il danno maggiore – ha proseguito – Tangentopoli lo ha prodotto per le giovani generazioni di oggi perché se ad oggi non sono presenti fondi necessari per poter costruire un solido futuro per i nostri giovani è proprio perché si è verificato un eccessivo spreco di risorse in quel periodo”.
Secondo Di Pietro, però “questo deve indurci a riflettere per evitare di commettere gli errori del passato”.
– Maria De Paola –