Lo scorso 24 aprile la Procura di Salerno ha emesso un decreto di esecuzione di cinque misure cautelari personali nell’ambito del procedimento penale a carico di cittadini che, secondo le indagini, sarebbero autori di frodi informatiche e successivi riciclaggi del denaro sottratto.
Le indagini, condotte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Bologna, hanno avuto origine a seguito delle denunce di alcune vittime che avevano riscontrato plurimi addebiti sui propri conti correnti a seguito della ricezione di messaggi apparentemente provenienti dalle banche di appartenenza.
Accurate investigazioni hanno permesso di ricostruire la tecnica criminale utilizzata: innanzitutto la vittima riceveva un sms contenente un link che conduceva a una pagina del tutto simile all’interfaccia grafica di accesso al servizio di home banking nella quale era richiesto l’inserimento delle proprie credenziali. Completato questo passaggio, la vittima veniva ricontattata da un’utenza apparentemente riconducibile a quella realmente utilizzata dall’istituto di credito, passaggio reso possibile attraverso chiamate generate dalla rete internet del cosiddetto VOIP, e le veniva richiesto di fornire l’OTP (One Time Password) generato dall’applicazione installata sul proprio telefono; fornito anche questo ulteriore dato, il frodato veniva invitato a disinstallare la propria applicazione consentendo così ai truffatori di fare l’enrollement di un nuovo dispositivo, ovvero l’associazione dell’app al telefono.
A questo punto, ottenuto l’accesso all’home banking della vittima tramite i dati forniti e disponendo dell’applicazione fornita dalla Banca, i truffatori hanno potuto effettuare i bonifici in uscita verso i propri conti correnti.
Le indagini hanno permesso di delineare un grave quadro indiziario a carico di un uomo di 53 anni e una donna di 43 anni di Potenza, di un uomo di 42 anni di Venosa, di un 43enne di Battipaglia ai quali è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari e di una 28enne di Eboli a cui è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
I provvedimenti cautelari sono suscettibili di impugnazione innanzi al Tribunale per il riesame. La richiesta è stata invece rigettata nei confronti di altri 11 indagati per mancanza di gravità indiziaria.