Intervista alla dottoressa Giuseppina Alessi dello Studio Viglione Libretti & Partners in occasione della chiusura dell’anno 2023.
- Dottoressa Alessi, il 2023 è stato un anno caratterizzato da uno scenario economico globale complesso e frammentato: in tale contesto quali ritiene essere le prospettive per l’economia italiana nel 2024?
Lo scenario economico, sia internazionale che interno, nel 2023 ha subito profondi cambiamenti e un generale rallentamento dovuto a svariate motivazioni legate a diversi fattori, quali le tensioni geopolitiche connesse all’ulteriore guerra in Medio Oriente e la frammentazione produttiva sul piano internazionale. In particolare, sono proprio l’inflazione e i tassi di interesse elevati i principali motivi del rallentamento della crescita dell’economia sia italiana che europea. Nel nostro Paese abbiamo assistito anche al progressivo esaurirsi della spinta dovuta al recupero post-pandemia e pertanto, secondo quelli che sono i dati raccolti da Confindustria e dall’ISTAT, per l’economia italiana si prevedono ritmi di crescita moderati; in particolare, nel 2024 per il PIL italiano si attende un incremento di circa lo 0,7% in linea con quello del 2023 e in rallentamento rispetto agli anni scorsi. L’aumento del PIL sarà sostenuto principalmente dalla domanda interna sollecitata dai consumi privati delle famiglie sostenuti da una auspicata decelerazione dell’inflazione per effetto della discesa dei prezzi dei beni energetici oltre che per le politiche monetarie restrittive messe in atto dalla BCE, da un graduale recupero delle retribuzioni e dalla crescita dell’occupazione. Quest’ultima misurata in termini di unità di lavoro (ULA) segnerà, infatti, una diminuzione del tasso di disoccupazione rispetto agli anni precedenti. Ad ogni modo, già nella seconda metà del 2024 si stima un incremento economico: un’inflazione più contenuta e la riduzione attesa dei tassi di interesse dovrebbero creare infatti condizioni più favorevoli sia per le imprese che per le famiglie.
- Quali sono le preoccupazioni legate all’attuale congiuntura geopolitica alla luce dei conflitti in corso?
Il moltiplicarsi e l’espandersi delle guerre ha impattato negativamente non solo sull’economia, ma anche sulla portata delle emergenze umanitarie che agli eventi bellici sono inevitabilmente connesse, con particolare riferimento alla condizione dei rifugiati costretti alla fuga dalle proprie case. Risulta fortemente cresciuto il numero degli sfollati forzati rispetto allo scorso anno anche in considerazione del tragico dato legato al numero sempre crescente di persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere i luoghi di destinazione prefissati, attraversando frontiere e confini, politici e naturali, prevalentemente ostili. Tali dati risultano confermati anche dall’esperienza diretta vissuta quotidianamente all’interno del nostro studio, ove l’area legale ha registrato una notevole crescita delle pratiche afferenti alle richieste relative al riconoscimento della protezione internazionale rispetto allo stesso periodo del 2022.
- Sulla base della sua esperienza professionale e delle attività svolte all’interno dello studio, come valuta l’attuale andamento del mercato del lavoro e dei dati occupazionali?
Dal mercato del lavoro emergono segnali rassicuranti: cresce infatti l’occupazione anche grazie alle politiche di attuazione del Programma Nazionale di Garanzia Occupabilità Lavoratori (GOL) legato al PNRR. Nonostante l’inflazione abbia avuto un impatto significativo anche sulle aziende, i livelli occupazionali si consolidano nelle forme stabili, mentre si riduce sempre più la componente a termine, tutto questo anche perché le imprese, senza intaccare i profitti, possono migliorare la vita quotidiana delle proprie risorse offrendo loro benefit non monetari, quali orari flessibili e lavoro ibrido. Secondo quelli che sono i dati rilevati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, proprio durante questo anno si è avuta un’accelerazione del trend della domanda nel settore privato ed una crescita della componente dei lavoratori autonomi. È inoltre importante sottolineare come in Italia, rispetto agli scorsi anni, l’occupazione femminile sia cresciuta più velocemente di quella maschile raggiungendo livelli storicamente elevati, tutto questo nonostante l’incidenza del carico familiare. La vulnerabilità ed il divario di genere diminuisco all’aumentare del livello di istruzione ed emerge inoltre il dato per cui il tasso di occupazione delle donne di età compresa tra i 25 ed i 49 anni si attesta a circa il 90% tra le donne con alto tasso di istruzione che vivono da sole, diminuendo drasticamente qualora le stesse vivano in coppia con o senza figli, in particolare al Sud. In generale, in merito alla cultura del lavoro all’interno delle aziende, piccole o grandi che siano, personalmente ed interpretando la nostra mission aziendale ritengo fondamentale per una buona riuscita di tutte le attività mettere al centro le persone ed il proprio valore affinché i dipendenti e i semplici candidati possano valutare il proprio lavoro sulla base di tre pilastri fondamentali, quali retribuzione, crescita professionale e flessibilità.
- Anche il 2023 è stato un anno funestato dalla violenza di genere con un aumento di casi di violenza sulle donne. Considerata l’attenzione del vostro studio anche all’occupazione femminile, come interpreta la violenza di genere nell’ambito sociale e nel contesto lavorativo?
Violenza di genere, violenza sulle donne, femminicidio hanno rappresentato e rappresentano una piaga per il nostro Paese; i diversi report sul pregiudizio e sulla violenza sulle donne hanno evidenziato drammaticamente come dall’inizio dell’anno ad oggi siano sono state uccise più di 100 donne e di queste la maggior parte ha perso la vita in ambito familiare e affettivo. In realtà la violenza di genere è un concetto estremamente vario, che include “qualsiasi forma di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica”; il contesto lavorativo, poi, è l’ambito nel quale la violenza può assumere forme subdole di molestie di varia tipologia, essendo le donne i soggetti più a rischio di mobbing o di marginalizzazione, specialmente al rientro dalla maternità o a seguito di matrimonio. Tra le ipotesi più segnalate di marginalizzazione vi sono l’isolamento sistematico della lavoratrice, l’attribuzione di incarichi meno qualificati, l’assegnazione di postazioni di lavoro scomode o isolate, fino ad arrivare a condotte aggressive costituite da attacchi alla reputazione o addirittura minacce di licenziamento. Molto più spesso, e fortunatamente, il lavoro costituisce un’opportunità di riscatto sociale ed economico anche dalla violenza di genere, appunto, “extralavorativa”, lavoro visto in questi casi quale “rifugio” da situazioni di abuso e di violenza domestica. In considerazione di ciò, fondamentali sono all’interno dell’azienda le figure professionali di riferimento in grado di captare situazioni di violenza extralavorativa attraverso la percezione degli “indici sintomatici” delle stesse, quali per esempio la minore efficienza o la carenza di attenzione nell’esecuzione della prestazione. Ecco perché il nostro studio da sempre è improntato ad una cultura aziendale orientata alla prevenzione e alla creazione di un clima inclusivo e non giudicante.
- Dottoressa Alessi, alla luce di quanto esplicato, quali sono le sue previsioni per il nuovo anno?
Auspicando innanzitutto una definitiva e rapida risoluzione delle tensioni geopolitiche legate alle guerre in corso, in particolare quelle in Ucraina e in Medio Oriente, da cui discende un irreparabile sacrificio in termini di vite umane, la speranza si concentra anche sul superamento degli attuali rallentamenti in vasti settori produttivi nell’economia nazionale ed internazionale. Dobbiamo sul punto cercare di scorgere profili di ottimismo legati, per quanto riguarda il nostro Paese, alla messa in atto, in via concreta, del PNRR, strumento che agisce direttamente sugli investimenti e che può permettere al PIL Italiano di crescere ulteriormente. In particolare l’entità degli investimenti a compiersi nei diversi comparti economici e della pubblica amministrazione, con particolare riguardo al settore delle energie rinnovabili e delle infrastrutture, rappresentano un volano per l’economia dell’intera nazione ed un’impareggiabile opportunità per il Meridione d’Italia di ridurre lo spread che lo separa dal resto del Paese e dall’Europa stessa. Sul piano economico, lo scenario previsivo delinea una crescita nel 2024 trainata dall’espansione dei consumi privati in conseguenza degli effetti della manovra sul reddito disponibile delle famiglie; in particolare i consumi delle famiglie torneranno ad aumentare nel nuovo anno sulla scia della discesa dell’inflazione e, quindi, del recupero del potere d’acquisto, oltre che incoraggiati da un miglioramento delle condizioni economiche e da una dinamica salariale più sostenuta. Su un piano sociale e lavorativo, nelle aziende diventa fondamentale rafforzare la dimensione valoriale: in un clima permeato da meno giudizi e pregiudizi i lavoratori e le lavoratrici, se informati, formati e sensibilizzati, possono infatti contribuire in modo efficace a creare un contesto lavorativo più inclusivo e sicuro. Il team dei professionisti all’interno del nostro studio, a fronte delle sfide sempre nuove e delle opportunità offerte dall’attuale congiuntura storico-economica che attendono le imprese ed i cittadini, è pronto ad apprestare ogni valido supporto professionale grazie alla pluriennale esperienza maturata al fianco dei propri clienti nei diversi settori operativi. Guardando al nuovo anno con rinnovato atteggiamento fiducioso, lo Studio Viglione Libretti & Partners augura a tutti un prospero 2024.