Dall’analisi dell’elio può derivare un nuovo importante indicatore nello studio e nella comprensione dei terremoti: è la scoperta che deriva da una ricerca, condotta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo curata da Antonio Caracausi in collaborazione con un gruppo di ricercatori di cui fa parte Tony Alfredo Stabile.
Originario di Sant’Arsenio, il ricercatore Tony Alfredo Stabile, docente presso l’Università della Basilicata, è membro dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del CNR con sede a Tito. Assieme a Matteo Picozzi dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Michele Paternoster e Dario Buttitta del Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata, Tony ha partecipato alla ricerca condotta nell’ambito del Progetto Fluids che ha consentito di realizzare un articolo scientifico dal titolo “Earthquakes control the impulsive nature of crustal helium degassing to the atmosphere”, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista “Communications Earth & Environment – Nature”.
I ricercatori, con uno studio multidisciplinare geochimico e geofisico, hanno verificato che le variazioni nel flusso di elio in aree continentali sismicamente attive possono rappresentare un indicatore dei cambiamenti nello stress delle rocce coinvolte dalle faglie correlandolo così ai terremoti. I fluidi presenti nella crosta terrestre sono coinvolti nei processi che generano i terremoti e analizzandoli è possibile comprendere ciò che avviene all’interno del nostro Pianeta. In particolare, l’elio (il gas nobile più leggero) è un ottimo tracciante per studiare tali processi, compresi quelli che precedono i terremoti.
La ricerca è stata condotta in Irpinia, l’area del terremoto del 1980. “In passato queste analisi erano indirizzate solo ai grandi sismi – dichiara Tony Alfredo Stabile -. Per la prima volta riusciamo ad osservare le variazioni dell’elio in corrispondenza della microsismicità. La capacità di registrare eventi microsismici viene verificata nell’area della Val d’Agri, oggetto di studio, e ci apre la possibilità di condurre l’analisi dei fenomeni anche nel Vallo di Diano. Con l’installazione delle stazioni di monitoraggio di elio e di altri parametri geochimici possiamo avere ulteriore conferma della sua incidenza sui terremoti e si può estendere lo studio ad altre regioni d’Italia o all’estero. Al momento ci occupiamo delle nostre zone”.
L’approccio multidisciplinare di questo lavoro ha consentito di scoprire che anche i terremoti di bassa magnitudo possono modificare il degassamento dell’elio in atmosfera.