Si è tenuto questa mattina il processo d’Appello a carico di Gianni Paciello, il 25enne che il 28 settembre del 2014 travolse ed uccise davanti al bar New Club 2000 a Silla di Sassano quattro giovani del posto, Giovanni e Nicola Femminella, Daniele e Luigi Paciello, quest’ultimo fratello di Gianni.
Pasquale Materi, Presidente della Corte d’Appello di Potenza, ha confermato la sentenza di primo grado a 10 anni e 4 mesi di reclusione per Gianni Paciello.
L’udienza si è tenuta all’interno dell’aula Coviello presso il tribunale di Potenza. In aula erano presenti i familiari delle vittime, mentre era assente l’imputato.
Dopo la lettura della relazione del giudice Alberto Iannuzzi, ha preso la parola il Procuratore Generale Modestino Roca che, sottolineando la condotta non conforme alle norme della strada da parte dell’imputato oltre che la guida in stato di ebbrezza nel giorno dell’incidente, ha chiesto la conferma della sentenza della pena a 10 anni e 4 mesi di reclusione inflitta in primo grado presso il tribunale di Lagonegro.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Gennaro Lavitola ed Alfonso Giuliano, ha sottolineato che le telecamere poste nei pressi del luogo dell’incidente non sono state installate per il calcolo istantaneo della velocita’ dei mezzi, ma per uno scopo di videosorveglianza del paese e che lo stesso impianto è stato collaudato un mese dopo il tragico incidente.
Altro punto rimarcato dalla difesa è che ci sono state delle irregolarità anche durante le analisi mediche fatte presso l’ospedale di Polla e che, quindi, non si può attribuire con certezza a Gianni Paciello lo stato di ebbrezza. Contestato anche l’omicidio colposo plurimo, in quanto non c’e’ stata nessuna decelerazione del veicolo guidato dall’imputato: questo potrebbe significare, come sottolineato da Lavitola, che sia stato colpito da malore alla guida e che non si sia reso conto, per tale motivo, dell’alta velocità.
I legali di Paciello, riportandosi ai motivi dell’Appello, hanno chiesto in primis accertamenti medici per appurare la verità sulle condizioni dello stato di salute di Paciello e perizie per capire le condizioni dell’ auto al momento dell’incidente. Per quanto riguarda la sentenza, Lavitola e Giuliano hanno chiesto l’assoluzione o, in sub ordine, la pena già proposta quando fu richiesto il patteggiamento, ovvero 5 anni e 4 mesi di reclusione meno un terzo, come previsto dalla norme vigenti.
– Giovanna Quagliano –
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