Proseguono le polemiche in merito ai lavori lungo la S.P.562 “Mingardina”. Il 18 maggio il sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta, con un’ordinanza ha richiesto di eseguire con somma urgenza, a partire dal 19 maggio, i lavori tra Cala Finocchiara e Spiaggia La Vela per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità, “finalizzati al ripristino delle condizioni di sicurezza dello stesso tratto stradale e alla sua riapertura definitiva, consistente nel completamento dell’intervento già in atto mediante rimozione dei massi pericolanti residui ancora aggettanti sulla careggiata stradale, pulizia della carreggiata e dei luoghi dal materiale lapideo giacente, ripristino della pavimentazione bituminosa e installazione di guardrail a margine della carreggiata stradale”.
In merito è intervenuta l’organizzazione no profit per la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali “Italia Nostra” accusando il Comune di vivere da circa sei mesi una “inusuale procedura di continua somma urgenza, evocata scorciatoia per migliorare la fruibilità turistica, in realtà foriera di un danno irreversibile per la stabilità di un corpo roccioso che integra il valore paesaggistico di riconosciuto interesse internazionale della costa del Cilento”.
“La falesia compromessa dall’azione del Comune di Camerota – prosegue Italia Nostra – è formata da coltri franose al piede che proteggono il costone, compostesi in millenni. Esse, sotto il profilo geologico-strutturale e quello paesaggistico-ambientale, fanno parte e caratterizzano il complesso della montagna. Il Comune di Camerota, rilevata a dicembre 2022 la presenza di massi pericolanti, ha avviato una procedura di somma urgenza informando la Prefettura, ma non appare l’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, né la Soprintendenza, e ha avviato a marzo scorso l’asportazione, facendo uso di esplosivi, di centinaia di metri cubi di roccia appartenente a un’antica frana che, sotto l’aspetto geologico e morfologico, costituiva in effetti la difesa e l’equilibrio di tutta la soprastante falesia”.
Dunque l’organizzazione non accoglie con piacere l’ordinanza del 18 maggio con cui il Sindaco “intende riprendere i lavori di brillamento di esplosivi, ma sembrerebbe senza aver conseguito ancora le dovute autorizzazioni preventive da parte degli enti di tutela a un progetto peraltro nemmeno noto e, soprattutto, senza aver nemmeno preventivamente concordato con la Soprintendenza e l’Ente Parco le modalità di un difficile ripristino. Si intende dunque procedere ancora a invocare somme urgenze e proseguire l’opera di devastazione avviata oramai da mesi, che ha già gravemente sfigurato un pezzo di costa dal valore straordinario – conclude Italia Nostra -. Non si può rimanere indifferenti davanti a tale scempio”.