In termini temporali, risale al XIX secolo la prima notizia circa la costruzione di un tracciato ferroviario che colleghi Salerno a Reggio e che, passando da Eboli, giungesse fino alle coste del Mar Jonio.
A tal proposito il comune di Sala (integrato con l’indicazione Consilina, conseguita nel 1863) cerca di attivarsi affinché il percorso coinvolga anche il Vallo di Diano, proposito rafforzato dall’esperimento di una petizione nel 1865.
Vari progetti si susseguono nel corso degli anni per definire il percorso da costruire all’interno del Vallo, diventato ben presto una sorta di laboratorio per gli studi e i rilevamenti di molteplici gruppi di ingegneri.
Tra varie vicissitudini e difficoltà tecniche istituzionali, un momento propulsivo è rappresentato dall’intervento del Ministro dei Lavori Pubblici nel 1876, l’On. Silvio Spaventa, che esprime apertamente il suo consenso al progetto della ferrovia con la frase “aiutatevi che io vi aiuterò” diventata uno slogan per dare impulso alle amministrazioni e alle comunità valdianesi affinché queste escano dalla fase di rassegnazione che pare si sia instaurata.
Tale incoraggiamento viene accolto e nella prima metà degli anni ’80 del ‘800 i fondi interessati dal transito della ferrovia sono percorsi da vari ingegneri, chiamati a effettuare i rilievi definitivi per il tracciato.
Si susseguono così le inaugurazioni dei vari segmenti del Vallo di Diano: la prima in ordine cronologico è la tratta Sicignano-Sala, inaugurata nel dicembre del 1886, cui segue quella di Sala-Sassano 1887; successivamente tocca alla Sassano-Casalbuono, inaugurata nel 1888, mentre è la volta della tratta Casalbuono-Lagonegro nel 1892.
Sembra l’inizio di una nuova era per il Vallo di Diano, e sicuramente lo è stato per un periodo temporale discreto, prima di ritornare nuovamente all’isolamento comunicativo dal punto di vista ferroviario.
– Maria De Paola –
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