Dopo l’apertura delle varie tratte ferroviarie, la novità si ripercuote anche sul paesaggio agricolo e sul tessuto sociale del Vallo di Diano, che subisce una serie di cambiamenti dovuti alla presenza della strada ferrata e che rappresentano inizialmente un fattore inedito nel panorama agricolo dei centri cittadini.
Infatti, progressivamente, il territorio compreso tra Polla e Casalbuono si arricchisce di costruzioni nuove, come passaggi a livello, fabbricati e segnali vari lungo la linea.
Se da un lato la presenza della ferrovia agevolava la vita cittadina e diminuiva di fatto le distanze dai vari centri, dall’altro era fonte di controversie tra cittadini, che vedevano espropriarsi lembi di terreno per la costruzione e la continuazione della linea ferroviaria. Si rinvengono alcuni casi di reclami per espropri non risarciti o non sufficientemente indennizzati.
Tuttavia, dopo la composizione delle controversie riguardanti tale questioni, la ferrovia ha rappresentato un punto di riferimento all’interno del Vallo di Diano, offrendo possibilità di lavoro per i cittadini del posto fino al momento della sua chiusura.
Viene infatti ricordata con grande nostalgia dalle famiglie che della ferrovia serbano un ricordo positivo, come la signora Maria di Teggiano, che racconta di come il marito abbia lavorato per decenni come operatore ferroviario.
“Aveva formato con i colleghi del 37° tronco ferroviario di Polla un gruppo molto affiatato e dedito alla manutenzione delle linee ferroviarie e al presidio dei caselli, tanto da fare fatica a rinunciare al lavorare quando, nel 1991, è giunto il momento della pensione per alcuni di loro. – ha dichiarato la signora Maria – L’entusiasmo era tale che avevano scattato una foto con lo slogan ‘Siamo arrivati… Ma non ci fermeremo’ ma di lì a pochi anni sarà la ferrovia a fermarsi per tutti noi”.
– Maria De Paola –
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