Sono ore concitate quelle che l’Italia sta vivendo. Da oggi la Lombardia e diverse province del Nord sono ormai definite “Zone Rosse” e chi ci lavora, studia o risiede non può uscire o entrare per evitare un ulteriore diffondersi del contagio da Coronavirus.
E’ ormai noto a tutti che nella serata di ieri, a causa di notizie uscite dalle Istituzioni in maniera ufficiosa, si è diffusa una bozza del decreto che successivamente avrebbe “blindato” parte del Settentrione e che in tanti fuorisede hanno preso d’assalto bus e treni, soprattutto da Milano, per fuggire al Sud, nei paesi di origine. La polemica non ha tardato a prendere corpo, soprattutto sui social. Io stessa, che lavoro per questa testata che quotidianamente informa la comunità, ho annunciato attraverso Fb che “avviserò i Sindaci ogni volta che incontrerò una persona rientrata dalle zone rosse“.
Proprio per questo motivo una giovane donna del Vallo di Diano ha sentito l’esigenza di contattarmi e di fornirmi una testimonianza che va controcorrente. A dimostrazione che molti hanno avuto il buon senso di restare al Nord, rinunciando agli affetti per un po’ ma scegliendo di non metterli in pericolo. Si tratta di Simona Fornino, giovane di Sassano che per lavoro vive a Vicenza (al momento non è ancora considerata “Zona Rossa”). Ieri sera Simona si è messa in viaggio per fare ritorno alla terra natìa, dopo aver programmato da tempo un weekend al Sud. “Avevo già programmato da tempo un viaggio di soli 3 giorni a Sassano per vedere i miei nonni, mia sorella e il mio ragazzo – mi racconta -. Così alle 19.30 sono partita con la Simet da Vicenza e sentendo del decreto ministeriale all’altezza di Bologna, avvenuta alle 22.00, ho deciso di scendere dal pullman e di non venire più al Sud (sono rimasta a Bologna finché i miei genitori mi sono venuti a prendere), rinunciando al mio breve soggiorno a Sassano. Su quel pullman c’era gente (specialmente insegnanti) che se ne è altamente fregata ed è scesa al Sud! Nessuno ha deciso di fare marcia indietro! Potevano farlo come ho fatto io! Io a malincuore e con il pianto agli occhi non sono scesa perché anche se asintomatica mi sarei sentita in colpa. Quindi la gente civile c’è“.
E’ un messaggio positivo in un periodo stressante anche per il mondo della comunicazione. Settimane in cui i cittadini ricevono tantissime informazioni che purtroppo, a malincuore anche della stampa, non sono sicuramente tra le più rasserenanti.
“Io l’ho fatto solo per senso civico – mi dice Simona alla fine della nostra chiacchierata -. Qua la mia vita continua lo stesso e ci muoviamo come possiamo in base alle regole“.
Grazie, Simona, per averci dimostrato che anche in un momento così difficile si può pensare al bene degli altri e dei più fragili, tra cui anziani e ammalati. E grazie a tutti coloro che, con grande senso civico e rispetto per la comunità, sono rimasti a casa evitando il diffondersi del virus.
– Chiara Di Miele –