A seguito della notizia circolata sui social e ripresa da diversi organi di stampa circa la cattura nelle acque antistanti la foce del fiume Sele, a Capaccio Paestum, di un raro esemplare di squalo volpe (Alopias vulpinus), specie in pericolo di estinzione e pertanto tutelata, militari specializzati del Nucleo Carabinieri C.I.T.E.S. di Salerno hanno proceduto ai necessari e dovuti riscontri volti ad accertare soprattutto l’effettiva appartenenza dell’esemplare alla specie protetta.
Una rapida identificazione è stata effettuata con la consulenza dei Prof. Massimiliano Bottaro e Claudia Gili (Stazione Zoologica Anton Dohrn – Istituto Nazionale Di Biologia, Ecologia E Biotecnologie Marine) su documentazione fotografica, che hanno qualificato, in prima battuta, l’esemplare come squalo azzurro o verdesca (Prionace glauca).
Successive ulteriori indagini hanno portato ad identificare il furgone utilizzato per il trasporto e a ricostruire il tragitto del pescato che è risultato essere stato ceduto ad un esercizio commerciale di Agropoli. Il tempestivo accesso dei militari, avvenuto al momento dell’apertura della pescheria, ha consentito di ritrovare l’esemplare posto in vendita in tranci come palombo (Mustelus mustelus).
I militari hanno così proceduto all’immediato fermo amministrativo e, al fine di definire con certezza la specie, al prelievo di campioni di tessuto da parte del veterinario della competente ASL territoriale. Le specifiche analisi genetiche ottenute mediante PCR e sequenziamento, eseguite presso l’Istituto Zooprofilattico Meridionale di Portici, hanno confermato l’appartenenza dello squalo alla specie Prionace glauca e, pertanto, si è proceduto a denunciare il titolare della pescheria, già sanzionato dai Carabinieri CITES con una multa fino a 4.500 euro per il mancato tracciamento del pesce, anche per frode in commercio, e a sequestrare 26 kg di carne di squalo già porzionato, venduto come palombo.
La cattura di pesci protetti dalla C.I.T.E.S e la loro commercializzazione è vietata così come la detenzione di parti di questi animali anche ai fini espositivi, se non autorizzati dall’autorità competente. Pertanto, se si pesca, accidentalmente, un esemplare sconosciuto è consigliabile liberarlo immediatamente per consentirgli di vivere. Nel caso del ritrovamento di specie ormai prive di vita vanno contattati i medici veterinari dell’ASL di competenza del territorio, i Carabinieri Forestali – CITES se vi è la possibilità che si tratti di una specie tutelata, o la Capitaneria di Porto che provvederanno a prelevare il cadavere e a trasportalo ai centri di diagnostica e ricerca per la definizione della specie e delle cause di morte.
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